America Calibro Glock

Pubblicato da Blicero il 13.01.2011

“Dobbiamo avere fede”. “Fede?” “Sì, fede, è la cosa più importante! Se leggete la Bibbia non potete non capire. Fede!” “Be’, tra la sua fede e la mia Glock 9 millimetri, scelgo la Glock”. Arnold Schwarzenegger rispondeva così ad un prete in “Giorni contati”, film diretto da Peter Hyams e uscito nel 1999. La pellicola sarebbe interamente da buttare e bruciare senza ritegno, se non fosse per quella battuta e il fatto che per tutta la durata del film Arnold usa una Glock 34, un modello che al tempo delle riprese (1998) non era ancora stato commercializzato – in gergo è quella che si chiama una “hero pistol”, un’arma rilasciata appositamente per un film. E chi meglio di un eroe austriaco poteva pubblicizzare una pistola austriaca?

Quell’anno la Glock conquistò il 7% del mercato americano delle armi da fuoco con ben 2 milioni di vendite – un enorme successo, per un marchio che appena 15 anni prima era praticamente sconosciuto. Progettata da Gaston Glock all’inizio negli anni ’80 nel suo seminterraneo di Deutsch-Wagram, a 15 km da Vienna, la Glock è infatti diventata in poco tempo una delle pistole più apprezzate da forza di polizia, eserciti, gangster, John McLane e squilibrati grazie alla sua proverbiale leggerezza (è fatta di polimeri sintetici) e affidabilità, unita all’elevata potenza di fuoco e al particolare sistema di sicura.

Nel 2007 Seung-Hui Cho usò una Glock 19 semiautomatica per uccidere 33 persone (incluso sé stesso) nel massacro al Virginia Tech Institute. Ed è esattamente lo stesso modello usato da Jared Lee Loughner (con caricatore esteso a 33 colpi)  nella recentissima sparatoria di Tucson, Arizona. Nei giorni susseguenti alla strage che ha ridotto in fin vita la deputata democratica Gabrielle Giffords, il dibattito pubblico degli Stati Uniti è stato immediatamente segnato dalla frenetica ricerca di responsabilità morali del gesto, dalla psicologia inversa applicata in base alle oscillazioni dello spettro politico e dalla chirurgica dissezione della personalità dell’assassino in base ai racconti di ex professori e alle sue tracce lasciate online.

L’analisi più lucida è probabilmente quella di Mark Ames, fondatore del giornale russo in lingua inglese The Exile e autore del libro “Social Killer. La rivolta dei nuovi schiavi” (edizioni ISBN), che sull’edizione americana di Vanity Fair ha parlato di una letale combinazione/saldatura tra la nefasta tradizione americana dell’assassinio politico degli anni ’60 e le sparatorie sui posti di lavoro esplose in era reaganiana – e che da allora non hanno mai più abbandonato la società americana.

Perché, però, un killer “comune” decide di scegliere tra tutte le armi disponibili negli Stati Uniti proprio una Glock? È per le sue caratteristiche tecniche, il suo prezzo relativamente contenuto (499 dollari) in rapporto alla qualità, o c’è dell’altro, qualcosa che ha intrinsecamente e sottilmente a che fare con l’immaginario della pistola austriaca nella pop culture?

Le Glock sbarcano per la prima volta sugli schermi televisivi americani nel 1982, in una puntata di Miami Vice. Nel 1989 è invece il turno del cinema, e ad impugnarle è Mickey Rourke in “Johnny il bello”. Ma il mito delle Glock (e le leggende metropolitane che da lì in poi cominceranno a circolare per molti anni) si consolida soprattutto con Die Hard 2 (1990). In una scena il protagonista John McLane, interpretato da Bruce Willis, parla della “Glock 7” (cioè Glock 17, il primo e più famoso modello), una “pistola tedesca fatta di porcellana” che “i metal detector degli aeroporti non rilevano” e che “costa più di quanto prendi in mese”. Durante tutti gli anni ’90 la Glock rinforza notevolmente il suo product placement nell’industria cinematografica USA. In “US Marshals – caccia senza tregua” (1998), Tommy Lee Jones dice a Robert Downey Junior di “procurarsi una Glock”, dato che questa può addirittura sparare sott’acqua (ovviamente non è vero); più tardi nel film Downey mostra orgoglioso a Jones la sua nuova pistola: “Sì, è una Glock calibro 40, proprio come la tua”.

Negli anni 2000, la Glock continua ad essere presente (anche se meno massicciamente che nel decennio precedente) in molti film e serie tv: la usa Patrick Bateman in “American Psycho”, Angelina Jolie in “Mr. e Mrs. Smith”, c’è nei “Sopranos”, in “Breaking Bad”, “The Wire” e così via. Nel poster di “Poliziotti fuori” (2010, ancora con Bruce Willis) si legge sotto il titolo: “Rock out with your Glock out”. Un testimonial d’eccezione per il marchio austriaco è Ronald Lee Ermey, il leggendario sergente Hartman di “Full Metal Jacket”, che fa parte del promozionale “Team Glock“. Le Glock appaiono anche negli anime (“Ghost in the shell”, “Evangelion”) e nei videogiochi (“Half-life”, “Duke Nukem 3D”, “Resident Evil”, etc.)

È curioso, inoltre, il fatto che una pistola di fabbricazione europea sia diventata una sorte di emblema per chi vuole proteggere a tutti i costi il secondo emendamento della Costituzione americana. Com’era ampiamente prevedibile, la strage dell’8 gennaio ha prepotentemente posto al centro dell’attenzione l’annosa questione del gun control negli Stati Uniti. C’è chi chiede che vengano emanate regole più restrittive all’accesso delle armi, e chi grida all’irreparabile lesione ad una libertà fondamentale sancita dai padri fondatori.

Ciò nonostante, gli americani sembrano avere le idee piuttosto chiare (o piuttosto confuse), e nei giorni scorsi si sono riversati in massa nei negozi a comprare armi, specialmente in Arizona – uno degli stati più tolleranti in tema di armi da fuoco, dove fino a poco tempo fa si poteva tranquillamente girare con una pistola ben in vista anche nei bar e nei supermercati.

Un articolo di Bloomberg, citando dati dell’FBI, riporta che il 10 gennaio 2011 ha registrato un impressionante 60% in più nelle vendite di armi da fuoco rispetto allo stesso giorno del 2010 (263 contro 164). Ma il trend è stato costante anche in altri stati: 65% in più nell’Ohio; 16% in California; 38% in Illinois; 33% a New York. A livello nazionale l’incremento è stato complessivamente del 5%, con 7,906 armi vendute in un giorno.

Tuttavia, sono dati che non stupiscono più di tanto. L’incertezza per il futuro, i cambi di amministrazione, le minacce (vere o presunte) di leggi potenzialmente limitative e gli eventi crudi & choccanti avvenuti nel proprio territorio sono tutti fattori che spingono i cittadini a fare incetta di armi nella convinzione di proteggere sé stessi e la propria famiglia.

In realtà, finché esisterà una lobby così sguaiatamente potente ed influente come la NRA (National Rifle Association), è praticamente impossibile che il Congresso affronti seriamente la questione. Ad ogni massacro che è finito sulla cronaca nazionale e internazionale l’NRA ha regolarmente pompato una marea di soldi in più nelle campagne elettorali successive alle sparatorie.

Secondo i dati di OpenSecrets.org, nelle elezioni post Columbine (1999) la lobby dei fucili ha raddoppiato i propri finanziamenti, arrivando a 16,8 milioni di dollari; nel 2004, anno della scadenza del divieto imposto sulle armi d’assalto dall’amministrazione Clinton, l’apposito comitato politico ha speso 12,8 milioni, il 17% in più della precedente tornata elettorale del 2002; nel 2008, dopo la carneficina del Virginia Tech, sono stati spesi 15,6 milioni, circa il 40% in più di quanto speso nel 2006.

E mentre l’intera società americana, sempre più risucchiata nel gorgo della violenza socioeconomica, si interroga sull’interminabile scia di sangue e vite interrotte che vanno a macchiare indelebilmente le strade, le scuole, i posti di lavoro e la coscienza collettiva, il bilancio dell’enorme e frammentato mercato delle armi è costantemente e inflessibilmente sul segno “+”. La sola Glock GmbH nel primo quadrimestre del 2010 ha registrato un incremento nelle vendite del 71%.

Tra la fede e la Glock 9mm, forse anche il prossimo everyman-traformatosi-in-sanguinario-assassino non avrà dubbi, come in “Giorni contati”. Sceglierà la sua Glock.

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Drop the Hate / Commenti (7)

#1

Ted
Rilasciato il 13.01.11

cappello

#2

J
Rilasciato il 14.01.11

Bell’articolo.
Voglio una Glock.

#3

marco
Rilasciato il 22.02.11

Errore!!! caro giornalista che hai scritto questo articolo ,ti rivelo una cosa sconcertante …..La Glock spara anche sott’acqua come quasi tutte le pistole e fucili ……
Per fare informazione bisognerebbe essere informati ,perche scrivere articoli come questo e quasi tutti quelli che leggo sulle armi vuo dire farsi solo delle seghe …….

#4

marco
Rilasciato il 22.02.11

addirittura sparare sott’acqua (ovviamente non è vero)
infatti ….hahahahhaha pirla!!!
http://www.youtube.com/watch?v=sbA4um6pORA

#5

giulio
Rilasciato il 26.03.12

Beh ….. allora quando 3 o 4 rapiantori (ARMATI) entreranno in casa mia …… farò leggere loro (se non mi sparano in testa PRIMA) questo splendido articolo!
Non ti è mica venuto in mente che chi compra un’arma per difesa è ….. semplicemente …. perchè ciò che gli dovrebbe garantire una certa sicurezza (minima) , palesemente, non gliela grantisce?!
Bastasse la tua penna per risolvere e impedire i fatti di “aggressione selvaggia in villa” sarei ben lieto di averti come tutore dell’ordine ( invece di leggere questa tua “analisi”)!
Saluti.

#7

Gisto
Rilasciato il 17.10.14

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