Sono Apparso A Casapwnd
Oggi a Roma è iniziato – ed è stato subito rinviato ad ottobre – il processo intentato da Mary de Rachewiltz (figlia di Ezra Pound) contro CasaPound per l’utilizzo del nome del padre. La de Rachewiltz si è decisa a fare causa a Iannone & co. in seguito alla sparatoria di Firenze e all’emersione dei legami di Casseri con i cosiddetti fascisti del terzo millennio. Per protestare contro questa “visione della cultura poliziesca e basata sul copyright”, CasaPound si è “simbolicamente” appropriata del nome di Carmelo Bene e si è chiamata per un giorno CasaBene.
Questo il comunicato ufficiale di CPI:
CasaPound? CasaBene! La “Casa” romana dedicata al grande poeta americano onora il genio ‘non conforme’ per antonomasia Carmelo Bene, intestandogli per un giorno l’edificio di via Napoleone III e facendo sì che “CasaPound” diventi per 24 ore “CasaBene”. Un omaggio che ha trovato l’adesione della sorella di Bene, Maria Luisa, e che si sostanzia in un ‘restyling’ completo per Cpi, dalla scritta in marmo che campeggia sull’occupazione romana nel quartiere Esquilino al logo dell’associazione, ma anche in una serie di manifesti dedicati al grande attore italiano, che tacitava i ‘grillacci’ del malaugurio facendo della sua vita, e della sua scandalosa diversità, un’opera d’arte.
L'”omaggio” ha trovato “l’adesione della sorella”, Maria Luisa – la stessa che nel 2009 aveva chiesto l’apertura di un’inchiesta sulla morte di Bene (avvenuta nel 2002), comunicando al contempo l’intenzione di “non lasciare questa terra senza che il mondo sappia che mio fratello […] è morto per mano altrui”. In un telegramma al Corriere della Sera, Maria Luisa Bene ha spiegato le ragioni del suo assenso:
Carmelo viveva sempre la sua vita come una ricerca e una provocazione. Ma a differenza di Pasolini, non mescolava arte e politica, e non ha mai ceduto alla politica. Da vivo e da morto, politicamente, Carmelo è stato tirato per la giacca da ogni lato. Così ho aderito a questa iniziativa. Con lo spirito provocatorio con cui lui ha vissuto.
E non è finita qui. L’iniziativa di CasaPound non è dispiaciuta nemmeno al giornalista Giancarlo Dotto, autore del libro “Elogio di Carmelo Bene”:
La motivazione che hanno dato per questa iniziativa è assolutamente pertinente, al di là dell’etichetta politica che in tanti hanno cercato di mettere su Carmelo in vita e anche dopo, senza riuscirci. E proprio l’aspetto della dimenticanza mi sembra assolutamente pertinente. Solo che la dimenticanza, nel suo caso, più che un’offesa, come sembrano far intendere loro, è un tributo. È la sua cifra. Carmelo era consapevole già da vivo che l’aspettava l’oblio. Sicuramente CasaPound è coinvolta in situazioni deprecabili, ma questo è un altro discorso. L’omaggio ad un artista così apolide e apolitico può arrivare da chiunque, da un santo come da un serial killer. Lui sarebbe più dispiaciuto della strada che gli hanno intitolato in un luogo orrendo di Roma che dell’omaggio di CasaPound.
Già. La dimenticanza. Che i fascisti arrivassero ad usurpare Carmelo Bene era il minimo che potesse accadere. Del resto, come diceva Bene, “l’Italia è un condominio di piattole e piattume”1.
(Nel video qui sopra: Carmelo Bene risponde all’omaggio di Iannone & co.)
- Cit. da “Vita di Carmelo Bene” di Carmelo Bene e Giancarlo Dotto. [↩]
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Drop the Hate / Commenti (4)
#3
Charles Benson
Qualcuno che ne ha le capacità può creare un generatore automatico
di scritte sulla facciata di Casa Pound ?
Basterebbe poter modificare il nome della casa.
Sarebbe la cosa più divertente apparsa su internet dai tempi del
generatore automatico di manifesti del Pd,
ora purtroppo scomparso.
#4
Charles Benson
Non penso ci siano parole migliori di quelle di Carmelo Bene
sui movimenti studenteschi e politici
(anche Casa Pound rientra a pieno titolo in questa categoria)
per rispondere a questa cafonata
“Disprezzo i giovani di questi ultimi trent’anni.
Tutto il lager schiamazzante delle rivolte studentesche.
Mummie foruncolose e imbellettate che, con la scusa di rivendicare e accattonare un mutamento, una riforma o altro nidificano nell’autoconservazione.
Questa perpetua assemblea è il confort della bestialità del branco.
Di giovinazzi o giovinazze che,invece di sequestrare se stessi ,
“desiderando” (è l’etimo di “studio”) e progettando in tutto privato,
s’illudono di occupare una scuola pubblica allo scopo cretinissimo di conferirle
“dignità” ed “efficacia” innovativa.
La scuola, da skolè, è il corpo insegnante,
confraternita dove s’insegna e non mai dove s’apprende.
Una palestra dove ci si va a rilassare, a dispetto del corpo insegnante: questa è la scuola.
Lo studente o lo studière è colui che desidera: vedi che scuola e studio sono un’antitesi.
Non puoi andare ad apprendere dove si insegna: per apprendere bisogna disapprendere.
Altrimenti si fa doppia fatica, ore buttate via.
La scuola è ozio, è cretino scioperare per migliorarla.
Altre volte la demoliscono questa istituzione, oggi vorrebbero restaurarla.
Gli insegnanti demoliti di oggi sono gli studenti demolitori di ieri.”
Qui la parte a mio parere migliore, ndC
[Giancarlo Dotto] “Non tutti rimpiangono gli anni giovanili:
ti senti capace di forsennate passioni, imprese cubitali, certezza granitiche e solo più in là scopri che c’era una buona dose di idiozia vitale in tutto questo ( si trattava poi, a conti fatti,
di finire quarantenni, contriti ospiti di Enza Sampò o di Sergio Zavoli).”
[CB] Che cazzo vuole questo verminaio trafelato e confuso ?
Se non affogare nel baccano collegiale qualunque atto responsabile,
ogni solitaria e intima applicazione ?
Reprimere nella rivolta scioperata e poliziotta la resa dei conti con se stessi.
E’ con se stessi che non intendono intrattenersi:
travestono il lavorìo pensante in prospettiva salariata; rivendicano garanzie statali (educazione, famiglia, ricreazione. sindacato, pensione, ecc) invece di offrirne.
E’ la trafila insensata dei servi che reclamano di “ottimizzare” la propria condizione servile.
Controparte è un regime democratico per definizione tritamasse,
sordo-attento alle necessità globali, inimico giurato di ogni impresa individuale.
Non bisogna mai invocare lo Stato. Lo Stato deve smettere di governare.
Si studia desiderando. Questo è lo studio. Una faccenda molto privata”
“Vita di Carmelo Bene” di Bene e Giancarlo Dotto, Bompiani, pagina 26
Bene tornerà più avanti nel libro sul tema del lavorìo e dell’autosfruttamento, ndC
Continua in http://www.laprivatarepubblica.com/giornata-di-un-indignato/
#1
Fede
Ma un articolo sulla manifestazione della Lega lo fai poi?
I messaggi su Twitter erano davvero esilaranti! ;)