Qualcuno Vi Ama Ancora, Furbetti
Si consuma l’ennesimo scandalo all’ombra del terremoto che sta mettendo in ginocchio la finanza internazionale. Il ricatto di Tremonti è capzioso, anti-italiano, di stampo putiniano: se non si ritira l’emendamento salva-manager, io me ne vado. No, non funziona così. E dire che tutto è partito dal solito travisamento a fini politici operato dalla stampa forcaiola e trotzkista di Report e Repubblica.
Nessuno ha riconosciuto il nobile intento sotteso alla misura legislativa infilata di soppiatto nel ddl salva-Alitalia (c’è ancora qualcun altro da salvare, per caso?) e prontamente non denunciata dalla nonopposizione. Nessuno. Nemmeno Gabriella Carlucci – cervello finissimo a cui purtroppo è stato scippato il premio Nobel della fisica dalla massoneria sionista svedese, che lo ha regalato immeritatamente a tre musi gialli.
Non si tratta, infatti, della solita legge ad personam, del solito sfascio della procedura penale, del solito salvacondotto per i criminali dal colletto bianco. Questo è quello che vogliono farci credere, ma la realtà è molto più complessa. Quell’articolo 7-bis dovrebbe essere ribattezzato “salva-economia”. La nostra classe dirigente è di gran lunga la più predatoria in Europa (se non nel mondo1), con tutte le sue luride connessioni con centri di potere rapaci e avidi, spesso collusi con la criminalità organizzata o che comunque attingono a piene mani dal loro modus operandi. Insomma, il paradiso per chi, in un modo o nell’altro, è uscito praticamente indenne (leggi: pregiudicato) dalla macelleria messicana di Mani Pulite – cioè per tutti.
L’Italia è un paese che si basa sulla corruzione. La corruzione ha una natura fluviale, scorrevole, che non può essere arrestata. E’ una catena naturale, una fotosintensi tangentizia per cui i falsi in bilancio (si ricordi sempre che è reato non farli) creano incessamente fondi neri che servono ad alimentare la cascata corruttiva che va a defluire in tutti gli organi statali, epurandone le incrostazioni e rimuovendo il velo di falsità che intasa pietosamente le tubature dell’economia, della finanza, della pubblica amministrazione – la luce, alla fine del processo, non può che emergere dall’oscurità imposta dall’apparato repressivo dello Stato. Altro che federalismo fiscale, servirebbe il federalismo corruttivo.
E’ con estrema lucidità, dunque, che i due parlamentari del Pdl hanno infilato a forza quell’emendamento vergognoso per la cultura giuridica occidentale, dunque meritevole di plauso. La finanza italiana deve correre, deve tagliare il traguardo dei 40 miliardi di debiti, deve essere senza lacci e lacciuoli: non può farsi fermare dai fallimenti, dalla bancarotta fraudolenta e dall’aggiottaggio. La giustizia non può interferire con gli alati meccanismi del capitalismo di rapina – l’ha già fatto con i furbetti del quartierino, e ci siamo ritrovati Fiorani che esponeva il suo folto vello abbracciato al noto maître à penser Costantino. Siamo forse disposti a sorbirci Tanzi in lacrime per aver rubato i cestini della merenda all’Isola dei Famosi? No, è un rischio che non possiamo accettare.
Qualche malizioso socialista…be’, socialista magari no…qualche lettore accanito di Marx (quindi ci dispiace, Lidèr Massimo, ma tu non sei contemplato in questa categoria, fattene una ragione) e dunque disfattista/terrorista/antipoliticogrillinocasta potrebbe ammonire, strepitando: “E I RISPARMIATORI TRUFFATI???” Quali risparmiatori truffati? Chi ha investito nella società di Cragnotti, chi si è fidato di Geronzi e chi ha piazzato la sua pecunia in Parmalat ha accettato implicitamente le regole del giuoco. Si chiama mercato del capitale di rischio, non Unipol. “SI MA NON LO SAPEVANO, LE INFORMAZIONI ERANO FALSE!!!” E da quando in qua una società d’affari fornisce informazioni attendibili? L’insider trading è il valore aggiunto della finanza, non un orribile reato finanziario2.
Io spero vivamente che quest’emendamento resista all’infrangersi dell’ondata giustizialista scatenata dal giacobinismo militante. Nonostante il raggelante annuncio: il 7-bis sarà eliminato alla Camera3. Ci siamo stufati di leggi costituzionali, di provvedimenti legislativi ispirati ai criteri dell’uguaglianza e della ragionevolezza. Bisogna semplificare, smussare gli angoli, tagliare di netto la certezza della pena con un bel colpo di cesoia, fare un drive by sulla legge penale. I delinquenti delinquano, gli innocenti periscano.
La vera questione, al di là dell’irritante brusio mediatico, è rappresentata dalle paventate dimissioni di Tremonti (tutte da verificare, poi). L’eventualità che al ministero dell’economia arrivi un tecnico o una persone competente è, di fronte a questa crisi finanziaria senza precedenti, un lusso che francamente non possiamo permetterci.
- Ad eccezione di qualche democrazia cesaro-papista sudamericana o di qualche regime africano. [↩]
- Tra l’altro da noi c’è la Consob, non la Sec. Una partita è arbitrata da De Santis, l’altra da Collina. E Moggi, cioè Gordon Gekko, cel’abbiamo noi. [↩]
- E comunque, anche se sarà eliminato, a noi basta il pensiero e la confortante certezza della ciclicità delle porcate. [↩]
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Drop the Hate / Commenti (3)
#2
Gesualdo Gustavo
La furbetteria italiana ed il belpaese della criminalità organizzata
Leggere le ultime notizie italiane è come leggere un bollettino di guerra, una guerra che si combatte tutta sulla infiltrazione e sull’abuso distorsivo del potere e delle funzioni pubbliche.
L’esempio di indagini della magistratura che coinvolgono alti ufficiali della Guardia di Finanza, ex giudici e parlamentari e faccendieri della “furbetteria italiana” riuniti in “associazioni d’affari con finalità corruttive”, una sorta di mini-logge segrete pseudo massoniche con numerazioni in sempre in crescita:
P2, P3, P4, etc.
Ed ecco un’altra notizia da brividi:
condannati a pene detentive l’ex governatore della Banca d’Italia, i vertici di alcuni istituti bancari ed un colosso imprenditoriale dei “palazzinari italiani”.
La furbetteria italiana offre altri spaccati della propria inclinazione alla illegalità nella connotazione che assume una delle indagini dell’ottimo magistrato italiano Henry John Woodcock:
quattro alti magistrati (un ex procuratore generale, due sostituti procuratori generali, un ex sostituto procuratore della Repubblica), alcuni membri dell’ispettorato del ministero della giustizia, agenti delle forze dell’ordine e dell’intelligence che, riuniti in associazione segreta, pare utilizzassero informazioni coperte dal segreto e assunte per motivi d’ufficio per avanzare nella carriera ed ottenere altri vantaggi, come quello dell’annientamento di quei magistrati leali e corretti come il dr Woodcock, cui andava rovinata la reputazione, al fine di eliminare un potenziale concorrente alla carriera ed un pericolo per la continuazione stessa delle finalità malavitose associative.
Incredibile, ma a quanto pare, vero.
Emerge sempre più chiaro negli ultimi decenni, un quadro di violazioni continue al potere ed alle funzioni pubbliche, esercitati illecitamente al fine di garantire arricchimenti ed ulteriori occupazioni di parti del potere pubblico al fine di infiltrare ed occupare dal di dentro quanto più potere in forme associative più o meno segrete.
Una devastazione vera e propria del sistema democratico ed istituzionale, aggredito continuamente anche dal tradimento di quei funzionari pubblici che dovrebbero invece garantirne l’incolumità:
magistrati, agenti e funzionari di polizia, intelligence dei servizi segreti.
Lo stato democratico viene stretto d’assedio contemporaneamente dal suo storico nemico, l’anti-stato delle organizzazioni mafiose, e da parti infedeli di quegli stessi apparati pubblici che invece ne dovrebbero garantire difesa e tutela.
Una ecatombe di illegalità diffuse, di corruzione dilagante, di mafiosità imperante.
Questa immondizia che soffoca la vita civile va assolutamente ripulita e neutralizzata, con forza e determinazione, con autorevolezza ed immediatezza.
La “furbetteria italiana” va assediata, indagata, processata, condannata e punita in tempi brevi e certi, avendo l’accortezza di impedire che l’abuso delle funzioni pubbliche e del potere pubblico sia incentivato invece che mortalmente punito.
Bisogna allontanare dal potere pubblico chiunque dimostri di non saperlo amare, rispettare e difendere.
E non c’è bisogno di una condanna negativa della magistratura per operare in tal senso:
serve solo l’uso della forza pubblica applicata dalle autorità competenti.
Sempre che le autorità competenti non siano già state infiltrate dalla furbetteria.
Urge dimostrare che così non è:
sia al popolo dei cittadini sia agli osservatori esteri, sempre più convinti della assoluta mafiosità del sistema italia e della sua conseguente incapacità di uscire dalla crisi politica, istituzionale, esecutiva, legislativa, economica e finanziaria che rischia di uccidere definitivamente quanto resta di quello che una volta, veniva chiamato il belpaese.
Gustavo Gesualdo
alias
Il Cittadino X
#3
McLaud
Sì, magari se l’avessi stampato col ciclostile, fotografato (in analogico, ça va sans dire) accanto ad un giornale con la data di oggi, poi scannerizzato e postato qui, avresti fatto una figura migliore.
Se poi c’è proprio qualcuno di cui non è necessario prendere le difese, ma contro cui, se del caso, vale la pena di guardarsi è proprio Woodcock…hai proprio capito tutto, ciccio X.
#1
Torna dalla finestra la norma salva-manager!!1 Ritorno Al Furbetto - La Privata Repubblica
[…] cosa sublime aver ragione: si riaffaccia, con una versione più incazzosa, più devastante e più eversiva di prima, la norma […]