Lucio Sergio Abberlusconi
(Nella foto: marionette del giustizialismo italico accusano il patrizio Abberlusconi – oscurato per la privacy – di ogni nefandezza, a pochi giorni dalle elezioni.)
** Da oggi sono lieto di annunziare la mia collaborazione con il Corriere della Sera. Terrò una rubrica satirica sotto forma di lettere al Direttore con lo pseudonimo “Deborah Bergamini“. **
Roma, I secolo A. C.: Lucio Sergio Catilina è un patrizio romano, uomo coraggioso e di parola. In breve tempo percorre con inaspettato successo tutta la carriera politica, coltivando idee di giustizia sociale e libertà. Per tre volte tenta di raggiungere la carica di console, massima autorità repubblicana, spinto da un consenso popolare straordinario frutto di posizioni anticonformiste, progetti di riforma e profondo senso della Patria.
Per tre volte i poteri forti del tempo utilizzano tutti i mezzi, leciti ed illeciti, per combatterlo e sconfiggerlo. Nella Roma del 50 a.C. esisteva una norma molto lontana dall’attuale concezione del diritto, che alcune moderne marionette del giustizialismo italico vorrebbero applicare anche alla nostra democrazia: ai cittadini romani anche solo inquisiti veniva impedito l’accesso ad ogni carica pubblica.
Ed è sulla base di questa norma che Lucio Sergio Catilina viene per due volte accusato di nefandezze a pochi giorni dalle elezioni, interdetto e poi assolto dopo il voto. Ma a chi vede in Catilina e nel suo partito un pericolo troppo grande per i propri interessi, l’esclusione anche solo temporanea del «rivoluzionario conservatore» non può bastare: occorre distruggerne il consenso per intero. Il compito viene affidato al più famoso e abile avvocato del tempo, Marco Tullio Cicerone, alla sua spregiudicatezza e alla sua straordinaria capacità di falsificare i fatti.
Cicerone trasforma Catilina in un hostis, un nemico della Patria, servendosi dei più efficaci strumenti dell’epoca: dalle accuse basate su lettere anonime, ai brogli elettorali, ai discorsi retorici tesi a costruire l’immagine più degenerata del suo avversario, fino alle palesi violazioni della legge romana. Tra le accuse più infamanti, Cicerone imputa a Catilina di aver corrotto una giovane vestale, vergine e consacrata alla dea del focolare.
Ci spostiamo di oltre 2000 anni. Al famoso avvocato pensano di sostituirsi procure politicizzate e redazioni di giornali. Al posto delle orazioni di Cicerone, si ascoltano i teoremi mediatici e giudiziari, si assiste all’uso spesso indecente di foto, video e intercettazioni. La tentazione è sempre la stessa: demonizzare il «rivoluzionario conservatore» di oggi. Gli optimates di ieri che armarono le azioni di Cicerone erano i rappresentanti di una classe senatoriale gelosa custode di privilegi politici ed economici; gli optimates che violentano le regole di oggi sono potentati senza patria, politici mediocri e polverosi intellettuali. Il potere non accetta gli imprevisti e spesso i grandi riformatori, gli uomini in grado di cambiare la storia, si presentano all’appuntamento senza bussare. Questo li rende inaccettabili.
Ma la storia maledice il suo ritorno. Il suo tragico fugge davanti alla farsa in cui si trasforma. E così accade che oggi, per distruggere l’uomo che sta cambiando l’Italia, si è persino disposti a distruggere l’Italia stessa. Minando la fiducia nelle istituzioni che quell’uomo rappresenta, il valore di una democrazia fondata sul consenso popolare, l’immagine di una nazione all’estero e la percezione che il Paese ha di se stesso. Si è disposti a far precipitare la dignità nazionale dentro il buco di una serratura. Un’opera di demolizione che non dovrebbe giovare a nessuno. O forse sì.
Quando l’avversario politico viene trasformato per forza in un nemico della patria, quando diviene normale distruggerne il nome, la famiglia, gli amici, i collaboratori, la vita stessa, quando trionfano coloro che accusano per mestiere, con illazioni e teoremi, dietro il velo di un’informazione che è spesso solo fango, allora il diritto scompare, le Repubbliche cadono, le libertà civili si spezzano e i Cesari, quelli veri, arrivano di lì a poco.
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Drop the Hate / Commenti (6)
#2
barcarola
“Sul mare come nel cielo, la giornata del Duce è sempre un trionfo luminoso di fresca e virile giovinezza. Dominatore della storia, Mussolini è anche dominatore del proprio organismo, che risponde ai suoi ordini come un sicuro e perfetto motore: dai più importanti e delicati affari di stato, la giovinezza di Mussolini passa alle più multiformi manifestazioni di sana e gioviale attività sportiva. Sempre fresco, sempre agile, con una vivacità sorprendente. A Villa Torlonia pratica ogni giorno uno sport: il lunedì marcia, il martedì nuota e il mercoledì divora in auto le belle strade che si snodano nella campagna romana. Il giovedì egli salta tutti gli ostacoli con facilità da perfetto e audace cavaliere e il venerdì vola. Il sabato è consacrato a una lunga seduta di scherma, seguita da una di pugilato. Anche in ciò Mussolini prova che il suo corpo ha un’agilità sorprendente. Infine se talvolta di domenica accade al Capo del Governo di prendere un’ora di riposo complementare egli non dimentica l’indispensabile educazione fisica”.
#4
#6
gianni
Che felicità! ho trovato finalmente (e non lo perderò) un sito in cui leggere cose sensate, e trovarci sotto poi scritti dei commenti sensati anch’essi (e che magari aggiungono qualcosa allo scritto)…
#1
scud27
Hai letto anche tu l’aberrante scritto, vedo.
Stavo chiedendomi perché non si potesse commentare la lettera. Oppure perché non ci fosse il CV della signora in questione.
Not in my name.