Un Golpe È Per Sempre

Pubblicato da Blicero il 9.06.2008

I servizi segreti, in Italia, sono sempre serviti fondamentalmente a quattro cose: depistare/ostacolare/bloccare le indagini della magistratura; coprire le trame eversive negli anni della strategia della tensione, e oltre; soccorrere ed aiutare golpisti, massoni e terroristi; dossierare chiunque illegalmente. Finite le stragi e caduto il muro di Berlino si temeva il peggio, la drastica flessione. Ed invece no: i servizi sono sempre molto attivi. Nel fare porcate, si intende, o quantomeno nel tentarle. Insomma, non è bello sapere che in un periodo di grande povertà esistono ancora delle certezze incrollabili?

Secondo il “Select Committe on Intelligence”, commissione bicamerale del Parlamento americano di controllo sui servizi, il Sismi stava preparando un regime change in Iran. In IRAN, Cristo! Neanche in Somalia (nazione abbordabile per il servizio militare nostrano, dato che è senza governo da una quindicina d’anni), o chessò, in qualche microisola dell’Oceania. Pio Pompa e Pollari contro i pasdaran. Gente che si fa infinocchiare per una rendition pasticciona fatta da altri, spioni che assoldano nelle loro fila 007 come l’agente BETULLA – Le Carrè certe cose se le sognava. No, ecco: contro l’IRAN. Uno stato a cui peraltro vendiamo regolarmente vagonate di armi e con il quale abbiamo proficui rapporti commerciali: due cosette che ci hanno sempre creato dei grattacapi con l’amico americano.

Ad ogni modo, tra il 10 ed il 13 dicembre del 2001, funzionari americani del Dipartimento della Difesa si incontrarono a Roma con iraniani esiliati e dissidenti; un incontro organizzato dai noti tramaccioni Michael Leeden e Manucher Ghorbanifar, altro esiliato iraniano. Per quest’ultimo il Committe spende parole lusinghiere, dandogli praticamente del Calderoli: “E’ amico di vecchia data di Ledeen. Ha preso parte allo scandalo Iran-Contra nel 1986 e, già nel 1984, la Cia ha diramato una nota con cui lo definisce falsario e fonte inattendibile, avvertendo che ‘ogni ulteriore contatto con tale soggetto o con suo fratello Alì, dovranno essere segnalati ma non presi in alcuna considerazione'”.

Ledeen, invece, è una vecchia conoscenza italiana. Di cui si farebbe volentieri a meno, ma tant’è. Falco neocon, spiaccia da detective novel, trafficone della miglior specie (cioè la peggiore), un ruolo mai chiarito nel caso Moro. Un bel ritratto di costui venne fornito in un’audizione della Commissione Stragi dall’on. Umberto Giovine (FI):

Michael Ledeen non è uno qualsiasi, ma è forse il più esperto, non teorico ma pratico, della disinformazione americana. […] Ledeen è un uomo di punta di tutto l’ambiente che grava intorno al generale Alexander Haig, personaggio cruciale dell’ambiente nixoniano, uomo poi caduto sull’affare Iran-Contras, il cui ruolo è centrale. […] Ledeen, ripeto, ha contatti con il giro di Alexander Haig, che è un giro particolare, di una massoneria particolare e di Servizi di un certo tipo, come del resto è noto alle cronache. Michael Ledeen è uomo che il ministro Cossiga fa entrare direttamente nella vicenda Moro: non mi interessano i rabdomanti e la corte dei miracoli, ma che, all’interno di questi vi sono anche gli uomini forti. Michael Ledeen è un uomo forte in questo tipo di azione.

A persone così non si può certo negare l’ospitalità. Il governo ed i servizi, a conoscenza del piano Iran, forniscono dunque un luogo sicuro ed un interprete. Al simpatico meeting è presente anche Larry Franklin, funzionario dell’ufficio “Net assessments” di Harold Rhode. Oltre alla situazione politica dell’Iran, delle sue magagne, dell’Iraq (ancora da invadere, siamo nel 2001), di rivalità d’intelligence e di gnocca, si discetta anche di qualcos’altro:

Mentre sono a Roma, Franklin e Rhode vengono coinvolti in discussioni che vanno al di là della semplice acquisizione di informazioni dalle fonti iraniane. Franklin ricorda che Ghorbanifar ha in realtà in cima alla sua agenda un cambio di regime in Iran. Una sera, a Roma, durante un colloquio in un bar, Ghorbanifar gli espone il suo piano scrivendone su un tovagliolo di carta [sembra una scena presa pari pari da Vogliamo I Colonelli, con Tognazzi che cerca di riorganizzare il golpe su tavolino di un bar, nda]. Il piano prevede il collasso del traffico cittadino a Teheran, attraverso una serie di blocchi stradali dei nodi periferici di accesso alla città e altre azioni distruttive in grado di creare ansia nella popolazione.

Ovviamente serve la pecunia per fare ciò. Ghorbanifar chiede inizialmente 5 milioni di dollari per poi arrivare, nel 2002, a 25 milioni. A sentire l’iraniano, precisa una nota del Dipartimento della Difesa, “il mondo intero è della partita” (o no?). Il governo italiano, sempre secondo il Committe, offre subito disponibilità economica (figurarsi: paga Pantalone) per uno scopo ben preciso: noi vi finanziamo il golpetto, voi in cambio ci date petrolio e gas. Evidentemente l’amico Vladi non andava poi così bene. Alla fine, comunque, non se n’è fatto nulla. Strano.

Arridatece il Sifar. Arridatece il Sid. Arridatece il Supersismi. Arridatece la strategia della tensione.

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Drop the Hate / Commenti (2)

#1

Francesco
Rilasciato il 27.07.09

SISMI e IRANIANI – Prima si spiano poi gli si tende la mano.
Quei nicolòmachiavelli(ci) del SISMI – ora Aise – rispolverano la strategia del “bastone e la carota”.

Dopo che s’è sparsa la notizia che SISMI e SISDE spiano gli iraniani il Governo Italiano tenta di correre ai ripari.

http://piemonte.indymedia.org/../article/3566

Obiettivo: uscire dall’imbarazzante spy story! Come? Con una prima teatrale performance, sotto le mentite spoglie dell’iniziativa editoriale (ma scatteranno presto altre operazioni “simpatia” e numerose altre “carinerie” mediatiche studiate a tavolino).

Si presta all’uopo il Gian Guido Folloni, presidente dell’enigmatico ISIAMED – ‘Istituto Italiano per l’Asia e il Mediterraneo. Folloni è una vecchia conoscenza del SISMI. Al tempo del Rais di Baghdad, Saddam Hussein il suo nome circolò al fianco di trafficanti d’armi internazionali – del calibro di Augusto Giangrandi e Carlos Remigio Cardoen – come tra i beneficiari di generose forniture di greggio iracheno. I ben informati sostengono che grazie ai buoni uffici di Forte Braschi riuscì ad uscire indenne dall’inchiesta “Oil for Food”.

Che dice sull’Iran Gian Guido Folloni degli iraniani? Lo spiega lui stesso in una missiva circolarizzata presso gli ambienti giusti (che ha un oggetto che è tutto un programma):

“Leggere la rivoluzione iraniana a Roma”.

Spiare e adulare. Il bastone e la carota. Il Ministro degli Esteri Franco Frattini però (prudenzialmente) preferisce non farsi vedere dal Presidente iraniano.

A monte il meeting. Non si sa mai …

#2

john
Rilasciato il 01.11.09

News from the Indymedia portal at the link:

http://piemonte.indymedia.org/article/6178

“U.S. investigation in Genoa “Violated the embargo on Iran”

Thursday, October 29th, 2009 in Genoa, the financial police searched the offices of an Iranian-Italian company specialized in the import-export: it was the crucial step taken on an international letter rogatory in the United States. The suspicion is that, through a system of “triangulation” of trade between countries, unrelated to any “black list” have been violated restrictions imposed after the UN Security Council resolutions on particular types of industrial supplies to Iran. Not fully understood the terms of engagement with the Iranian company based in Genoa, where, however, were acquired documents to be sent to the USA.

Site Indymedia has discovered that years ago the Italian military secret service spied many Iranian society – all controlled by the Iranian government – with operational base in Genoa (IRASCO, NISCO, IRISA, TEEN TRANSPORT, ASCOTEC, IRITEC, IRAN AIR, etc etc). The site publishes some confidential SISMI’s documents where he reveals the names of some secret agents: Altana Pietro and Renato Raso.

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