Le Anime Vive Di Voina

Pubblicato da Blicero il 15.02.2011

18 gennaio, San Pietroburgo. Nell’udienza per la convalida dell’arresto di Oleg Vorotnikov e Leonid Nikolayev (rispettivamente il fondatore e il presidente del colletivo d’arte russo Voina), il professore Vladimir Kostyushev – che da più di 20 anni si occupa di sociologia della protesta e teoria dei movimenti sociali – dice, riferendosi all’azione che ha portato in galera i due attivisti:

Non ho alcun dubbio sul fatto che si scriveranno libri su questo tipo di arte contemporanea. Sarà una pagina gloriosa nella storia moderna della politica russa. Ne sono sicuro.

Ho fatto qualche domanda a Voina, di cui avevo già ampiamente parlato qualche tempo fa. Le risposte sono di Alexei Plutser-Sarno (ideologo/portavoce del gruppo), Natalia Sokol (coordinatrice), Oleg Vorotnikov e Leonid Nikolayev – direttamente dal carcere in cui sono rinchiusi da ormai più di tre mesi.

Perché fate questo genere di azioni?

Oleg Vorotnikov: L’arte della protesta politica è una vocazione che alberga nel profondo di una persona. L’idea di creare un gruppo artistico di protesta risale al 2007, quando era diventato chiaro che nel paese tutte le libertà erano state spazzate spazzate via e che gli artisti stavano producendo spazzatura glam e conformista.

Leonid Nikolayev: Ho fatto la mia scelta alla fine del 2009, quando ho realizzato che la Russia era ormai scivolata verso il totalitarismo e che le autorità non ascoltavano né le richieste della gente né l’opinione dell’opposizione. La protesta artistica fa rumore e si fa sentire in tutto il mondo. Quindi un anno fa ho mandato tutto al diavolo e mi sono unito a Voina. Sono contento di averlo fatto.

Alexei Plutser-Sarno: Ho deciso di entrare nel gruppo alla fine del 2007. All’epoca stavamo bevendo vodka con Oleg Vorotnikov, il fondatore di Voina. Ho preso parte per la prima volta all’azione “Scopa per il successore, l’orsacchiotto Medvedev). Mi era assolutamente chiaro che Voina avrebbe avuto un grande futuro, dal momento che tutti i suoi attivisti sono onesti, disponibili e talentuosi – caratteristiche che sono estremamente rare nel panorama dell’arte russa.

A cosa vi ispirate?

A. P-S.: Per ragioni etico-morali mi rifaccio alle muse greche. Ma ogni weekend sono a cena con gli angeli. E ogni primavera banchetto con gli antenati. Metafore a parte, traggo ispirazione dalla cultura del passato, dai testi antichi, dalle preghiere.

Come considerate il processo imbastito contro di voi?

L. N.: In Russia non esiste più la giustizia, e tantomeno giudici imparziali. Il processo sarà senza dubbio una farsa illegale.

O. V.: Ad ogni modo, tempo fa avevamo fatto un azione che si chiamava “Giudici, andate a farvi fottere!”

Di cosa siete accusati? Cosa può succedervi?

A. P-S.: Dopo l’azione denominata “Rivoluzione di palazzo” Oleg Vorotnikov e Leonid Nikolayev sono stati ingiustamente e illegalmente arrestati. L’accusa è quella prevista dall’art. 213 paragrafo 2 del codice penale, ovvero “vandalismo commesso da un gruppo organizzato e motivato dall’odio o inimicizia contro un determinato gruppo sociale”, in questo caso la polizia. Rischiano fino a 7 anni di carcare. Io, come portavoce del gruppo, sono accusato ex articolo 210, cioè associazione per delinquere – Voina, per gli inquirenti. La pena per tale reato è dai 12 ai 20 anni di carcere. Gli agenti della sezione anti-estremismo, durante l’arresto, hanno confiscato le carte d’identità di Natalia Sokol e del suo bambino Kasper. Attualmente non possono muoversi dal paese. Anche Natalia Sokol è indagata.

L. N.: Siccome la nostra protesta – che rompe ogni barriera ed è sentita in tutto il mondo – fa troppo rumore, le autorità ovviamente stanno cercando di distruggerci.

Come vanno le cose in prigione?

O. V.: I detenuti ci trattano normalmente. Ma ci sono molte persone che hanno l’epatite, la tubercolosi e l’aids, e stanno tutte nelle celle comuni.

L. N.: Naturalmente non si possono fare telefonate, nemmeno a casa. Nelle prigioni russe non è permesso chiamare nessuno.

Come vi hanno arrestato?

O. V.: Quando ci hanno arrestato i poliziotti non avevano alcun mandato di cattura. Non hanno mostrato alcun identificativo. Erano tutti in borghese, e si sono comportati come dei banditi. Io sono sono stato ammanettato e picchiato in testa e sul fianco per parecchio, tutto di fronte a mia moglie e a mio figlio. Dopo il pestaggio ci hanno messo, a me e Leonid, dei sacchetti di plastica in testa con i quali era quasi impossibile respirare. Ci hanno trasportato da Mosca a San Pietroburgo in 10 ore. Queste sono le “procedure di arresto” in Russia.

Che significato date ad un arresto del genere?

O. V.: Nel mondo artistico, la detenzione di un artista è un evento. Noi possiamo dire che la consideriamo come un prolungamento delle nostre azioni e una parte della nostra battaglia per la libertà.

Come si è svolta la vostra azione più clamorosa, “Cazzo catturato dal KGB”?

O.V.: L’azione è stato un monumentale vaffanculo alle corrotte autorità russe. A luglio 2010, il giorno del compleanno di Che Guevara, Voina ha dipinto un enorme fallo sul ponte levatoio Liteiny, a San Pietroburgo, pochi minuti prima che si alzasse. Gli attivisti di Voina hanno versato la vernice mentre scappavano dagli agenti di guardia del ponte. Sono bastati 23 secondi. Siccome le guardie non potevano fermare l’apertura del ponte, all’1 di notte il fallo si è lentamente eretto proprio di fronte al quartier generale del FSB, o ex KGB. Si vedeva da ogni punto del centro di San Pietroburgo. Verso l’alba i pompieri hanno ripulito il ponte.

Qual è la vostra migliore azione?

L. N.: Per me “Veglia in metropolitana” ha un valore particolare. È stata pensata e organizzata da Oleg e Natalia. Voina, il 24 agosto del 2007, ha organizzato una veglia funebre in una carrozza della metro di Mosca per la morte dell’artista e attivista Dmitri Prigov. Il banchetto è andato avanti per più di 40 minuti, sebbene la metropolitana di Mosca sia ufficialmente considerata un obiettivo militare strategico. Le 12 stazioni della Linea Circolare sono sorvegliate da più di 100 poliziotti. Verso l’una di notte Voina ha portato 7 tavoli e 12 sacchi di cibo e vodka nella metro; poi abbiamo sistemato i tavoli, tirato fuori vodka, cibo, piatti e bicchieri e cominciato la commemorazione. In memoria dell’amico Prigov è stato compiuto un intero giro della linea.

O. V.: Più passano gli anni, più mi piace l’azione “Assalto alla Casa Bianca, o il compleanno dell’anarchia”. Il 7 novembre del 2008 Voina ha celebrato il centoventesimo anniversario della nascita dell’anarchico russo Nestor Makhno “assaltando” il parlamento russo. Un Jolly Roger [il teschio con le ossa simbolo dell’anarchia, nda] è stato proiettato sulla facciata della Casa Bianca – il via libera per le truppe d’assalto di Voina all’invasione simbolico. Gli attivisti hanno scavalcato i cancelli principali (alti 12 metri) e sono arrivati fino alla hall d’ingresso, senza incontrare alcuna resistenza. Come ha detto Alex Plutser-Sarno, l’anarchia è l’inevitabile reazione a politiche xenofobe e genocide.

N. S.: Una delle azioni migliori in termini di preparazione e coefficiente di difficoltà è stata sicuramente “La commemorazione dei Decabristi, o esecuzione pubblica nel supermercato”. Il 7 settembre del 2008, giorno di festa per la città di Mosca, Voina è entrato nel supermercato più grande della capitale e ha organizzato nel reparto delle luminarie l’impiccagione di tre operai clandestini dell’Asia centrale e di due omosessuali, uno dei quali ebreo. Il linciaggio era un regalo speciale per le autorità corrotte di Mosca, che incitano alla xenofobia, alla misantropia e all’antisemitismo. L’azione, compiuta sotto lo slogan “A nessuno frega un cazzo di Pestel”, era un modo di ricordare i cinque decabristi (rivoluzionari russi), impiccati nel 1826. Uno di questi era appunto il nobile Pavel Pestel, che voleva la liberazione della servitù della gleba russa. Il gruppo ha voluto rinfrescare la memoria dei russi sugli ideali libertari dei primi rivoluzionari.

A. P-S.: Nel campo dell’arte politica, la reazione del potere è molto importante: è essa stessa una parte dell’azione. Il fatto che le autorità russe abbiano deciso di colpire gli artisti del gruppo dopo l’azione “Rivoluzione di palazzo” è molto significativo. La notte del 16 settembre, il giorno del giudizio secondo la tradizione biblica, Voina ha rovesciato a San Pietroburgo sette automobili della polizia. L’installazione è stata creata nel pieno centro della città, vicino ai cancelli del castello Mikhailovsky. Con quest’azione il gruppo ha simbolicamente chiesto che la polizia ponesse fine alle sue pratiche arbitrarie. Come ho scritto nel comunicato: “Nel Giorno del Giudizio i poliziotti devono inginocchiarsi e supplicare noi, lavoratori dell’arte, per il perdono. La punizione di Dio sta per arrivare. Sbirri, pentitevi per i vostri peccati!” Dopo l’azione, Oleg e Leonid sono stati arrestati, e hanno aperto un procedimento anche contro di me.

Qual è l’azione in cui avete rischiato di più?

N. S.: È stata quella chiamata “Cazzo nel culo, o concerto punk nell’aula di tribunale”. Avevamo datto poche possibilità di sfuggire all’arresto. Il 29 maggio del 2009 Voina ha invaso l’aula in cui si svolgeva un’udienza del processo contro due importanti curatori d’arte. Gli attivisti di Voina portavano con sé (nascoste) due chitarre elettriche, microfoni, amplificatori e altra attrezzatura musicale. Una volta dentro, hanno tirato fuori la strumentazione e l’hanno attaccata alla corrente. Subito dopo l’apertura dell’udienza, gli attivisti si sono presentati come la band “Cock in the ass”, hanno alzato al massimo il volume degli strumenti, sono saliti sui banchi e hanno cominciato a suonare la loro hit “All cops are bastards”, dall’album “Fuck the Police Those Motherfucking Bosses”. Si trattava di una protesta contro la repressione degli intellettuali ordita dal governo federale. La polizia ha cercato di arrestarci sul posto ma miracolosamente siamo riusciti a scappare dal tribunale.

Perché vi siete messi a fare un orgia in un museo due giorni prima delle elezioni presidenziali?

A. P-S.: L’azione si chiamava “Scopa per il successore, l’orsacchiotto!” Il giorno prima dell’elezione (a poche ore dalla comunicazione dei risultati) ho pubblicato sul mio blog le foto dell’azione e il video. Voina intendeva prendere per il culo le ridicole e pornografiche elezioni presidenziali, con le quali Medvedev ha solamente ereditato il trono presidenziale di Putin. Il post è stato visitato da circa un milione di persone e ha ricevuto più di duemila commenti pieni di omofobia, xenofobia e antisemitismo. Essendo ebreo, ho trovato quest’ondata di odio particolarmente divertente.

Cosa ne pensate dell’arte contemporanea russa?

A. P-S.: Cerco proprio di non pensarci, all’arte contemporanea russa. È profondamente provinciale, troppo influenzata dagli stili europei e americani. Qualche artista russo è moralmente ambiguo: coopera con le autorità e si aspetta dritte dal Ministero della Cultura. Alcuni si professano di sinistra, ma in realtà cercano solamente il plauso dell’Occidente; stanno solo fingendo di fare arte di protesta. Di artisti onesti che lavorano per davvero e seriamente ce ne sono pochi: Andrei Monastirsky, Vadim Zakharov, Ilya Falkovskiy, Avdey Ter-Oganyan, Nikita Alekseyev e qualcun altro.

Come vedete la Russia di oggi?

L. N.: Sogniamo una russia libera e felice. Quella sarebbe la nostra madrepatria.

O. V.: La Russia è un grande paese, il paese che amiamo. In questo momento però ci sono solo corruzione, caos e totalitarismo.

Sebbene siate decisamente contro il potere statale, vi considerate dei patrioti?

A. P-S.: Si può essere un patriota avversando completamente le logiche statali. Il Paese e lo Stato sono due concetti diversi, da non confondere tra loro. Una persona intelligente non può definirsi un “patriota dello Stato”. Lo Stato, infatti, è un’istituzione che veicola un tipo di violenza legalizzata: non può piacere. Noi siamo dei patrioti a tutti gli effetti. Il nostro Cazzo sul ponte è un nuovo simbolo nazionale che prevarrà su tutte le forze del male.

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Drop the Hate / Commenti (1)

#1

carolino REGO
Rilasciato il 28.02.12

sono interventi EROICI ma la risposta del potere in forma di ARRESTI NON PUO VALIDARE UNA PRATICA.ON PEUT PARLER subversions naives ….mais le modus operANDI EST PLUTOT PROCHE DES ACTIONS POLITIK DES ANNEES 70…..( Ca.Re ) 2012

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