La Fila
(Illustrazione: Flickr.)
– Permesso…
– Mh? Oh, prego…
– Da quant’è che è in fila lei?
– E chi lo sa? Non ricordo nemmeno che giorno sia.
– Ma dove dorme lei? Io ho una panchina qua vicino…
– Una panchina? Davvero?
– Già…
– Ma come ha fatto?
– Eh, questo non glielo posso dire. Diciamo che mi sono aiutato con delle armi, delle catene e una tartaruga…
– Senta, a quanto me la dà la panchina, per una notte?
– Non è negoziabile.
– Ho seicentomila euro.
– Solo?
– È tutto quello che ho…
– D’accordo. Le faccio un milione.
– Ma non ce li ho!
– Senta, è qui per ritirare i soldi, no?
– Sì.
– Quanti ne avrà dopo il ritiro?
– Be’, più di un milione…
– E che problema c’è, allora? Lei mi dà i seicentomila adesso, io la porto alla panchina e poi quando ha ritirato mi dà i due milioni che mi spettano.
– Ma come, due milioni? Non era uno fino a qualche secondo fa?
– Eh, ma sa, lo spread. I tassi d’interesse.
– Ma che cazzo sta dicendo? Lei è un pazzo.
– Ascolta, o mi dai i soldi o ti infilo una lama nella pancia e mi mangio le budella, stronzo.
– Ok, fermo! Per carità, fermo! Te li do i tuoi soldi…Tranquillo…Puttana Eva…
– Vedo che capisci. Ci vediamo dopo. Occhio a non perdere il posto.
– Oh, e la panchina?
– Quale panchina?
– Ma guarda te, questo schizzato furioso e cravattaro…
– Ha infinocchiato pure te, vero?
– E tu che cazzo vuoi?
– Ehi, calma, pure io sono qua per lo stesso motivo.
– Non sei qua per ritirare?
– Lo ero. Poi, sai com’è, mi hanno preso dentro allo strozzo…
– Ma la polizia non fa niente? Cioè, non si può fare nulla?
– E secondo te chi li protegge?
– Ma dai…
– Ooh, attenti!
– Cosa?
– La polizia! Caricano! Merda!
– Cazzo!
– Ossignore!
– Nooo!
– Ma che cazzo caricano, non vedono che siamo disperati!
– Dicono che nella fila ci sono anarchici che vogliono infiltrarsi nella banca e farla saltare in aria…
– Ma sono deficienti? E perché dovrebbero stare in fila se vogliono far esplodere tutto?
– Ma che ne so…Attento!
– Ahia, porca troia!
– Fermi!
– Fermatevi!
– Ma che cazzo fate, stronzi!
– Assassini!
– Piano! Piano! Ho settant’anni, sono cardiopatico!
– Occhio!
– Aaaaah! Sono un ex conduttore della Rai, Dio mio…No, lo spray no!
– Basta, vi prego, basta, basta, basta, basta…
– Uff, scusi…Non volevo urtarla…Scusi davvero, ho visto che c’era casino di là…
– Si figuri. Piuttosto, che succede?
– Non so, la polizia…
– Ancora? È da tre giorni che picchiano a destra e manca, a caso.
– Da quanto è qua, lei?
– Due settimane.
– Due settimane?
– Eh…
– Comunque piacere, Giulio.
– Anna.
– Che mestiere faceva prima della Fine, sig.ra Anna?
– L’insegnante precaria.
– Ah…Io facevo parte del gruppo Bilderberg.
– Di che?
– Ma niente, una lobby di potere.
– E cosa ci fa qui allora?
– Ci è andata male pure a noi, cosa crede?
– Capisco…
– Le va di prendere un caffè?
– E dove?
– C’è un bar qui vicino…
– E la fila?
– Tanto mica si muove, no?
– Ha ragione, massì…
– Oh, si sono liberati due posti laggiù…
– Correte!
– Corro, corro.
– Arrivo, arrivo.
– Ehi, fermi! Come vi permettete!
– Si sono liberati due posti più in là…
– No, voi state qui.
– E tu chi cazzo sei? La Digos?
– No, sono un blogger indignato.
– Cazzo…
– Questo ci sputtana su Twitter e mette le foto su Instagram…
– Aspettate…Dai, non è che ci faresti passare? Siamo qui da dieci giorni…
– Generalità, prego.
– Occazzo…
– Niente, siamo fatti.
– No no, ‘spe. Dimmi quanti followers tieni.
– 9.206. Le generalità, avanti. Ché devo denunciarvi per comportamento antipatriottico e sostegno morale al neoliberismo e alla sua logica edonista della sopraffazione.
– Ahah, quant’è che ne tieni? Novemila? Io ne ho 11.304, sfigato.
– …
– Mi fai passare, ora, pezzo di merda?
– …
– Ecco, bravo.
– Grande! Ma è vero?
– Che? Io manco ce l’ho, Twitter.
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