Il Gagging Della Libertà
Prove tecniche di democrazia nel Paese Che Va Difeso A Tutti I Costi In Quanto Unica Democrazia Nell’Area Medio-Orientale, cioè Israele. Il 21 novembre la Knesset (il parlamento israeliano) ha approvato in prima lettura quella che i media locali hanno chiamato “legge bavaglio”.
Il ddl riforma il regime della diffamazione a mezzo stampa e contiene previsioni che assomigliano ai sogni bagnati di Mastella e dei censori del Pdl: innalzamento del tetto massimo per le pene pecuniarie (da 13mila a 80mila dollari); un comma “wtf?” in cui si spiega che per vincere non serve provare di aver subito un danno; ed un altro comma, il più esilarante del lotto, che obbliga i giornali a pubblicare per intero la richiesta di rettifica della “parte lesa”. In pratica, se un giornalista vuole scrivere 4 cartelle sulle malefatte di Società X o Politico Y, il giornale è costretto a riportare il commento dei soggetti interessati, che magari può anche essere di 10 cartelle. Risultato: addio articolo.
Ad ogni modo, il disegno di legge dovrà essere vagliato da una commissione e poi rivotato in Parlamento, ed ovviamente non è detto che non subisca emendamenti significativi o passi tout court. Ma in uno status sul suo profilo Facebook, Neri Livneh (giornalista ed editorialista di Haaretz) ha approfittato di questa contingenza per togliersi qualche macigno dalla scarpa:
Prima che la legge sulla diffamazione entri in vigore, volevo solo dichiarare che il governo, preso nel suo insieme, è razzista, che Tzipi Livni, il cui partito ha scritto il testo, è un’ipocrita codarda, che Barak è più bugiardo persino di uno come Netanyahu, che Avigdor Lieberman è un fascista violento, che David Rotem [presidente della Commissione parlamentare degli affari costituzionali e di giustizia, nda] è un pezzo di merda, e che ogni politico che abbia appoggiato la legge ha ottime ragioni per fare ciò – in cuor loro sanno di essere dei criminali, dei bugiardi e degli stronzi, e ogni onesto reporter non potrà che scrivere pessime cose sul loro conto; e volevo anche dire che Israele sta diventando un posto che non merita più diritti umani decenti e democratici […]. Già che ci siamo, dico pure che l’IDF [l’esercito israeliano, nda] è un esercito di occupazione e che Israele commette constantemente crimini di guerra nei Territori Occupati.
Ecco, forse i giornalisti israeliani hanno imparato una lezione da quelli italiani: se vuoi protestare contro una legge liberticida, non serve andare davanti allo specchio del cesso per fotografarsi il post-it giallo appiccicato alla bocca; è sufficiente dire la verità, una volta tanto.
#1
Fede
Esatto! Condivido pienamente con la conclusione dell’articolo.