Darth Chicco
Mentana è morto, evviva Mentana, Mentana è tornato, evviva Mentana. Da quando ha assunto la direzione del Tg de La7 Chicco è diventato il Nuovo Paladino della Libera Informazione Non-Raiset, perché, a differenza dei cinegiornali dell’Ur-Berlusconismo in fase aggressivo-decadence, Mentana le notizie LE DÀ ed ha pure trasmesso integralmente il comizio di Fini a Mirabello, cosa che NESSUN ALTRO HA FATTO, perché NON POTEVA.
In più, cosa fondamentale per un programma che non mostra conduttori che vorrebbero abusare sessualmente di soubrette e troie varie, FA ASCOLTI parlando di COSE SERIE. I giornali contro non fanno altro che comparare la massa di informazioni occultate da Minzolini e date CORAGGIOSAMENTE e IMPLACABILMENTE dal telegiornale CORSARO di Mentana e, soprattutto, lo share. E se ne compiacciono, perché il recupero di un valido e capace giornalista alla fratellanza giornalistica è sempre da festeggiare.
Il recupero, in particolare, si festeggia soprattutto perché questo è un paese smaccatamente senza storia e senza memoria. Un paese che vivacchia in un eterno presente (tra l’altro sfasato in diversi piani temporali) che si azzera di giorno in giorno, senza vissuto, senza esperienza né prese di coscienze civiche, senza dignità, senza sapere, senza sapersi vedere, senza guardarsi, capirsi, senza chiedersi “Dove eravate? Con chi stavate prima, e dopo?”
Per Mentana vale un brevissimo ripasso.
La sera del 21 aprile 2008 i vertici Mediaset e i suoi direttori giornalistici stanno cenando per festeggiare il successo elettorale del Padrone. L’atmosfera è gioviale, ma uno dei commensali è inquieto, quasi insofferente – una sensazione sgradevole, dopo 17 anni di onorato servizio. “Non mi sento più di casa in un gruppo che sembra un comitato elettorale…Mi aiuti a uscire, presidente!” Il disperato grido d’aiuto proviene da Enrico Mentana ed è rivolto a Fedele Confalonieri. L’ex mezzobusto viene accontentato, con grande (falso) clamore, non appena si permette di criticare apertamente le scelte editoriali del gruppo sul caso Englaro. Sofferenza & stupore ribadite anche in un’intervista su Vanity Fair:
Dopo aver irriso per oltre un decennio le accuse di chi dipingeva Mediaset come una dépendance di Forza Italia, avevo assistito a una scena che avrebbe fatto esultare i teorici del conflitto di interessi; Mediaset si era trasformata in un comitato elettorale, dove i dipendenti festeggiavano per il buon lavoro, portato a termine non tramite la giusta informazione o gli ascolti, ma basandosi sulle preferenze accordate dagli italiani a Silvio Berlusconi.
Art. 21 in pericolo, ennesima spietata censura, cabaret Ceauşescu? Non proprio. Ad un’analisi superficiale si potrebbe dire che Mentana è stato per anni la quinta colonna del comunismo nelle reti del Cav., il Lenin del 75% dell’Informazione In Mano Alla Sinistra. In realtà la sua responsabilità è vagamente simile a quella di Darth Vader in Guerre Stellari: una vita al servizio dell’Impero, salvo accorgersi che la redenzione è arrivata troppo tardi. Qualche esempio.
Nel 1994 il pool di Mani Pulite chiede al gip l’arresto di Dell’Utri: il Tg5 da lui diretto spara la notizia prima che l’ordine di cattura venga firmato. I pm sono furiosi, Dell’Utri è raggiante: “Devo ancora ringraziare il Tg5 se non sono andato in carcere”. Tra ondate di servizi allarmistici pre-elettorali e coraggiose inchieste volte a non denunciare il più mostruoso conflitto d’interessi dell’Occidente o a sfottere chi faceva notare che “propaganda” e “giornalismo” non sono sinonimi, si arriva all’editto bulgaro del 2002. Also spracht l’oracolo Mentana: “Nonostante l’attacco di Berlusconi, Biagi e Santoro ora sono in Rai e se qualcuno volesse toglierli dopo quell’attacco sarebbe più difficile”. Ed infatti sappiamo tutti com’è andata. Santoro è stato reintegrato dal giudice del lavoro, Luttazzi è estromesso ad infinitum, Biagi è morto (e neanche io mi sento molto bene).
Dopo Matrix e la “scacciata” dal Tempio ci si chiede se Mentana non sia l’ennesimo cadavere eccellente caduto in una congiura illiberale da tardo Biscione, uno che non ha piegato la schiena, che ha alzato la testa e si opposto con la sua dignità e forza civica, pagando per la sua dirittura etica e professionale. Risposta: no.
La sua figura è tutta racchiusa in un aforisma di Karl Kraus: “Il giornalista è uno che, dopo, sapeva tutto prima”.
Condividi
Drop the Hate / Commenti (8)
#2
Fede
D’accordo.
Mentana è mentana.
Detto questo, il suo mestiere lo conosce bene, e ora finalmente lo sta facendo.
Non diventa per questo un eroe… ma un telegiornale guardabile alle 20, in concorrenza con tg5 e tg1, è bene che ci sia.
#3
blicero
Troppo facile accorgersi dopo 17 anni che il gruppo editoriale/televisivo di cui si è uno dei direttori (tra l’altro) è un organo di propaganda del proprietario. Vittorio Corona, Montanelli e altri se ne sono andati nel 1994. Troppo facile. E il far bene il proprio mestiere è un’aggravante, in questi casi.
#5
Fede
Non hai capito il senso del mio discorso.
Sono d’accordo con quello che scrivi; è troppo tardi ora per fare il giornalista indipendente. Però sta di fatto che il tg di La7 è fatto bene, pur essendo Mentana un gran paraculo, ed è una cosa buona che vada in onda alle venti.
#6
rectoscopy
hint: Il 17 febbraio 1992, quando venne arrestato Mario Chiesa, il tg5 di Mentana si dimenticò di dire che l’arrestato era socialista.
#7
mi
Anno 2036:
Vittorio Feltri, dopo aver lasciato il timone di libero dichiara: “Non mi ero accorto, nonostante Gasparri me l’avesse suggerito, di dirigere un giornale di partito, fazioso, scurrile e in cui last but not least venivano pubblicate un sacco di cazzate prive di fondamento. A spese altrui”.
Un anno dopo diventerà direttore di Repubblica.
#8
inaudita altera parte
Peccato Che Corona dopo la Chiusura de La Voce, è tonato in Mondadori…
#1
George Frusciante
Stra d’accordo. Secondo me Mentana è un giornalista eticamente accettabile quanto lo può essere Kristol. Ricordo che prima delle elezioni 2001, inoltre, al tg5 aumentarono magicamente il numero dei servizi riguardanti la cronaca nera