C’è Un’Ucraina Morta Per Te

Pubblicato da Dott. Barbie il 11.06.2009

badante

Caro Min. On. Cam. Ministro Della Pace Che Ha Voluto Il Decreto Sicurezza,

Mi voglia scusare se mi rivolgo a Lei in tono confidenziale, ma ormai ritengo che tra di Noi vi sia un corrispondenza di nazionalsocialistici sensi – un patrimonio ideologico che non va assolutamente disperso. Ad ogni modo, è da un po’ che non ci si sente. Come va? Tutto bene, spero. A me va da Hitler. Anche il Sieg Heil, quello vero, quello serio, va con il vento in poppa, come al solito!!1

Ultimamente sono stato molto impegnato, e anche Lei, a quanto vedo. Sono appena tornato da un esaltante viaggio in Sri Lanka in cui ho preso parte ad un meraviglioso massacro di civili – cose di altri tempi, mi creda. Poveri cristi, innocenti, donne e bambini intrappolati nelle pieghe della guerra tra le Tigri Tamil e l’esercito srilankese. Dentro la mia testa si agitano ancora vivide le immagini di quella massiccia violazione dei diritti umani, di quella splendida carneficina DOC1. E sono bellissimi ricordi.

Il mio viaggio si è anche concluso con una nota di colore: ho preso sotto la mia ala protettiva una ragazzina di 16 anni, l’ho introdotta all’arte del bondage e l’ho portata in Italia. Si, lo so che lei potrebbe obiettare: ma come, si rende conto che è una minorenne? Ed io le risponderei così: anzitutto, non userei la parola ‘minorenne’ a vanvera, perchè è un termine vecchio; semmai, direi che la ragazza di cui si sparla aveva meno di 18 anni, e comunque, Lei lo sa meglio di me, i costumi non sono più quelli d’una volta. Purtroppo, o perfortuna.

I problemi sono iniziati una volta arrivati a casa. Lei aveva la nausea, vomitava, si sentiva debole. All’inizio pensavo che fossero gli effetti collaterali delle iniezioni endovenose quotidiane di barrette Kinder scadute da 37 mesi sciolte in forno, cosparse di Anitra Wc e amalgamate con dell’ottimo mascarpone marcio. Ma no, non era quello. Era incinta, e tentava pietosamente di nasconderlo mettendosi vestiti assurdamente larghi, sforzandosi di mangiare tutto quello che le infilavo in bocca e tenendosi perennemente un ghigno di soddisfazione, quasi come di rivalsa, un po’ come quello che ha sempre Belpietro. Come a dire: “E adesso te la risolvi tu questa cosa, vecchio bavoso di merda. Non è colpa mia, sono proprio così. E tu lo sapevi”.

L’ho risolta a modo mio. Le risparmio i particolari. So che lei è impegnatissimo e la lettera andrebbe veramente troppo per le lunghe. Arrivo subito al punto, al motivo per cui Le ho scritto. Stavo avvolgendo in un giornale free press il cordone ombelicale inzaccherato di ogni tipo di liquido organico, quando mi è capitata sotto gli occhi questa bellissima notizia: “Badante clandestina muore dissanguata“. Il sottotitolo è stato ancora meglio – mi ha quasi riportato ai tempi del golpe in Cile: “AVEVA PAURA DI CHIEDERE AIUTO Una donna ucraina, immigrata irregolare, è morta nel Barese per un’emorragia. Non ha chiamato i soccorsi per paura di essere denunciata e perdere il lavoro.”

Non è mera—

(Mi scusi, ma ogni volta che la rileggo devo andare in cucina, sniffare del gas, poi andare in bagno, riempire la vasca e buttarmici dentro vestito, tenendo tra le mani uno stereo anni ’90 che spara a massimo volume il mashup, da me personalmente creato, di “Raining Blood” degli Slayer e “Boys, Boys” di Sabrina Salerno. Torno tra mezz’ora, mi attenda.)

Eccomi qui di nuovo. Insomma, questa badante ucraina (Vira Orlova, detta Ylenia, di anni 40), ha cercato di raccogliere in una bacinella il sangue che stava perdendo per un aborto spontaneo. Riesce ad immaginarsi la scena? Io da ieri non faccio altro.

C’è questa immigrata che viene probabilmente da una vita di stenti, sola, disperata, serrata in camera sua. È in Italia da poco, è “in prova”. Ma sa che c’è qualcosa che non va: fiotti di sangue le escono dal corpo, il sangue esonda dalla bacinella e si riversa a terra in mille rivoli, sempre di più, fino a formare una pozza. La badante è impaurita, terrorizzata, coltiva la vana speranza di stare meglio, manda una preghiera al Signore affinchè il suo corpo si aggiusti da solo. E invece niente, prova ad andare in bagno e stramazza pateticamente a terra, senza vita.

Come la sua collega extracomunataria nigeriana di qualche tempo fa, anche lei aveva paura di essere denunciata una volta ricoverata in ospedale. Fortunatamente per Noi e sfortunatamente per lei, la diversamente italica non sapeva che quella norma è stata sconsideratamente e vergognosamente tolta dal Decreto Sicurezza – al massimo sarebbe finita dentro per il semplice fatto di essere immigrata, ma non per aver ricevuto cure mediche che le avrebbero salvato la vita.

E tutto questo è doppiamente eccitante. Il clima da Noi creato è di un’infamità spaventosa, è terrore antropologico allo stato puro, è irrazionalità bovina, è accanimento xenofobo, è impotenza logica e mentale, è un ripiegamento razzista e disumano su sè stessi, è uno stupro alla Costituzione e allo Stato di Diritto: insomma, è il migliore dei mondi possibili. La campagna di odio portata avanti con rabbia, disgusto ed abnegazione ha sortito i suoi sperati effetti: ora i bastardi ci penseranno due volte prima di infettare con il morbo dell’Umanità i medici. VIVA!

Concludo questa mia accorata missiva con una citazione di un mio vecchio camerata, allineandola lievemente allo zeitgeist contemporaneo:

Così ci siamo schierati e secondo leggi immutabili marciamo come ordine militare nazional leghista, uomini d’impronta celtica, comunità giurata della nostra stirpe, verso un lontano avvenire, e desideriamo e crediamo di essere non soltanto i pronipoti che meglio la difendono, ma anche e in più i padri di generazioni future, necessarie alla vita eterna del popolo italo-padano.

Lui era Himmler. Heinrich Himmler.

La saluto con infinita stima e grandissima riconoscenza,

Dott. Klaus Barbie

P.S.: A NOI!!11!1

  1. Denominazione d’Origine Cinese. []

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Drop the Hate / Commenti (1)

#1

la Volpe
Rilasciato il 20.06.09

altro post stupendo, complimenti

era troppo che non passavo a vedere, sto recuperando gli arretrati

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