Cannibal Holocaust
I B-Movies. Qualcuno prima o poi dovrà renderne conto. Dell’orripilante definizione, dico. Un film o è bello o è brutto: non esistono film di serie A e film di serie B, anche perchè sennò si arriverebbe a dire che la serie A, spesso e volentieri, fa decisamente più schifo della serie B. “Cannibal Holocaust” è l’esempio cristallino di un film figlio di un dio minore che, con il tempo, si è saputo rivelare per quello che è: una denuncia folle, sconfortante e spietata del sistema massmediatico – una pellicola di culto che all’epoca (1979) era incomprensibile, talmente era proiettata nell’avvenire.
The one that goes all the way
Cosa succederebbe se un giornalista televisivo si mettesse a torturare, a violentare, a massacrare e ad impalare i soggetti del suo reportage? (Vespa, Mentana e Minoli non sono inclusi nel pacchetto: troppo facile sennò). Ve lo dico io: niente. Nessuno, infatti, lo verrebbe a sapere, talmente tanto connaturata è la manipolazione all’informazione odierna. Questa, in sintesi, è la trama del film di Ruggero Deodato – per anni e anni ingiustamente liquidato come irriducibile attention whore e come sordido cineoperatore.
Il film è diviso in due parti: la prima, The Last Road to Hell, mostra le ricerche del professor Monroe, incaricato di mettersi sulle tracce di quattro reporter scomparsi improvvisamente nella giungla, ed è girato in 35mm; la seconda, The Green Inferno, è il girato (in 16mm) della troupe. Quest’ultima è sicuramente la parte più interessante di CH, vera e propria discesa negli abissi di un delirio cronachistico intriso di sangue, raccapricciante, fatto di squartamenti, di cannibalismo, di uccisioni vere di animali (che causarono grossi problemi legali a Deodato), di efferatezze, in costante bilico tra riprese documentaristiche e snuff movie, il tutto accompagnato dalla splendida e disturbante (per il contrasto con le immagini della pellicola) colonna sonora di Riz Ortolani. Un film nel film, idea che venne poi ripresa, con ingiustificato successo commerciale, da “The Blair Witch Project” e da altri epigoni, con risultati alterni (spesso deludenti).
Cannibal Holocaust, che appartiene al genere dei cannibal movies, è anche una dura e cruda critica ai mondo movies, tristissime e perverse operazioni cinematografiche inaugurate da Jacopetti e Prosperi nei primi anni Sessanta: trattasi di reportage etnografici, vere e proprie deformazioni della realtà, bufale sensazionalistiche che spacciavano il falso per il vero, traendo in inganno l’ignaro spettatore grazie alla furbesca confezione documentaristica. Insomma, dei predecessori dei telegiornali odierni.
Snuff media
“Non dobbiamo dimenticare che sulla terra esistono ancora i selvaggi, uomini il cui livello sociale non è arrivato al di là dell’età della pietra, esseri il cui livello morale è rimasto all’istinto della giungla: primitivi che vivono in un mondo ostile e spietato dove vige ancora la legge del più forte” (dalla scena iniziale di CH)
Deodato gioca sicuramente al rialzo: se i mondo movies erano aberranti, CH lo è nella massima misura. Ma è un’aberrazione satirica, un atto d’accusa alla dilagante necrofilia del sistema informativo occidentale. L’accostamento tra violenza/sangue/morte e televisione è suggerito a chiarissime lettere, sbattuto sul muso in maniera brutale, tranciante.
Non c’è da sorprendersi, del resto, se la televisione riversa ettolitri di sangue sulle tavole di milioni di persone (rigorosamente ad ore pasti), nè se si moltiplicano all’ennesima gli speciali su fatti di cronaca nera, nè se molti sono (o sono diventati) avvezzi al gusto del macabro, al particolare grand-guignolesco. E’ il portato normale, atrocemente logico, di un modo di fare informazione che cerca a tutti i costi la sensazione viscerale, la razione quotidiana di cadaveri, l’avvenimento truculento.
Il titolo stesso è un ossimoro piuttosto indicativo. Cannibal evoca immagini disturbanti, negative: l’uomo che si ciba dell’uomo, homo homini lupus – letteralmente. Holocaust (holos e kaustos), invece, significa sacrificio di innocenti sull’altare: se nel film gli innocenti sono paradossalmente i cannibali, nella realtà gli innocenti (ma neanche troppo, a volte) sono intere generazioni che hanno dovuto pagare, insensatamente, un tributo intellettuale elevatissimo all’assurda spettacolarizzazione mediatica della morte, non più schifosa e lasciva, tragica; ma la morte elevata a show, cannibalismo mediatico ben ritratto nel film dall’agghiacciante allocuzione “Continua a girare!” proferita da uno dei protagonisti in una delle scene più drammatiche.
In conclusione, sono sempre state assolutamente comiche le accuse rivolte al film di Deodato di essere uno snuff movie (notoriamente una leggenda metropolitana, dato che nessuno ne ha mai visto uno), oppure di essere troppo violento: “ODDIO, SI VEDE UNO CHE MANGIA LE BUDELLA DI UN ALTRO, CHE SCANDALO!!” Embè? Se uno ha voglia di vedersi qualcosa di veramente snuff non ha che da compiere un gesto semplicissimo: accendere la televisione, sedersi e lasciarsi trasportate dal flusso incessante ed infinito dei trapassi catodici. Finchè morte non vi separi.
(Dimenticavo: per gridare al capolavoro basterebbe vedere Luca Barbareschi che amputa arti, che spara a bruciapelo addosso ad un maialino, che filma lo squartamento di una tartaruga gigante e che stupra un’indigena.)
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Drop the Hate / Commenti (4)
#2
Fede
Sinceramente devo dissentire per una volta con LPR: indubbiamente il film è una bella denuncia ai mass madia ante litteram e le scene violente sono giuste e provocatoriamente azzeccate. Quello che però è inaccettabile è lo squartamento di poco meno di una decina di poveri animali indifesi; un comportamento che oserei tacciare come minimo di incoerenza, dato il messaggio del film.
Secondo me, nessun messaggio (anche il migliore) può passare sulla sofferenza altrui.
#3
Simone
Questo film è veramente un film serio e splendido… ne facessero di cosi belli!!! complimenti
#4
Simone
Ragazzi spero stiate scherzando vero?? questo film penso che sia stato il film che ha fatto piu senso e vomitare della storia nel vero senso della parola… perchè ci sono delle scene veramente macabre!! pero resta il film piu bello horror che abbia mai visto!!! RAGAZZI VE LO CONSIGLIO CON LE CENSURE!! :) COMPLIMENTI A gli staff e a tutti!! RUGGERO DEODATO,FRANCESCA CIARDI,LUCA BARBARESCHI,ROBERT KEMMAN,LUCIA COSTANTINI!!
#1
AkillerDee
Capolavoro,punto.
Da evidenziare nel cast,oltre all’on.Barbareschi,il mitico Paolo Paoloni,indimenticabile nel ruolo del megadirettore Duca-Conte Balaban!