Bocciofila Revolution
Cantù, una decina di giorni fa. Un’anziana pensionata viene pizzicata con un bambolotto da 20 euro nascosto nella borsa. “Volevo portarlo a casa per farlo vedere alla mia nipotina. Se le piaceva, poi lo pagavo”, dice imbarazzata al responsabile della sicurezza. Alla fine, in un impeto di generosità, viene lasciata andare.
Piove di Sacco, provincia di Padova, 12 dicembre 2011. Un ultrasettantenne sta per uscire dal supermercato IperSimply quando le barriere anti taccheggio suonano. Sotto il giubbotto ha una confezione con tre bistecche. “La pensione non mi basta per vivere”, si giustifica il vecchio. La direzione del supermercato inizialmente sporge denuncia (dato che non è la prima volta che Luigi, questo il nome del pensionato, cerca di rubare alimentari), poi la ritira.
San Giuseppe Vesuviano, provincia di Napoli, metà novembre 2011. Quando si verifica il furto è mattina. Una dipendente prende il numero di targa del ladro e chiama i carabinieri. Gli agenti ritrovano il rapinatore poco lontano dal supermercato. È un pensionato ultrasettantenne. La refurtiva: saponi, detersivi e qualche dentifricio. “Avevo assoluto bisogno di alcune cose per l’igiene personale, ma non avevo i soldi per pagare. La pensione sociale non basta nemmeno per mangiare. Figuriamo per lavarci”, dirà alle forze dell’ordine.
Udine, ottobre 2010. È mezzogiorno quando una Fiat Punto si dirige verso il deposito all’esterno di un Eurospar. Una commessa, insospettita dalla scena, avvisa il direttore del supermercato. Quest’ultimo esce e si trova davanti la scena di una 75enne che si sta riempendo le borse di cibo. Nonostante gli inviti del direttore a fermarsi, la vecchia risale in macchina, parte e colpisce un 68enne nel parcheggio, trascinandolo sul parabrazza per una decina di metri. Il cibo era scaduto.
Ma l’Everest della tristezza dei Furti Ottuagenari In Tempi Di Recessione lo ha raggiunto un certo P.G., pensionato di 85 anni. Siamo a Cuneo, il 14 dicembre 2011. Il vecchio scende dalla sua bicicletta, entra nell’ufficio postale di frazione Spinetta, brandisce una pistola giocattolo e ordina ad un’impiegata di consegnargli il denaro in cassa. La donna temporeggia e chiama l’Arma. Il vecchio desiste, prende la sua bicicletta, raggiunge le poste centrali e ripete la scena. L’impiegata prende tempo anche questa volta. Il vecchio, convinto di non riuscire ad avere il denaro, si allontana mestamente. I carabinieri lo rintracciano in pochi minuti. Una volta portato in caserma, il vecchio si dispera: “La pensione non mi basta a mantenere la famiglia, ho fame”. Gli agenti gli offrono la colazione.
Succedono anche queste cose, nel Paese in cui l’Austerità sta cominciando a succhiare il sangue dei poveracci e le pensioni minime, en passant, diventano un bene da bruciare sull’altare di un’impalpabile Crescita (Con Equità). Ma più che alla Grecia – ormai il paradigma della catastrofe europea – la realtà italiana assomiglia ogni giorno di più a Aufstand der Alten (“La rivolta dei vecchi“), una miniserie televisiva tedesca trasmessa nel 2007 dalla rete ZDF. La trama: nel 2030 il welfare tedesco è completamente collassato. Un terzo dei pensionati vive al di sotto della soglia di povertà con una pensione “equa” di 560 euro al mese che, come dice un personaggio del serial, “è troppo bassa per vivere e troppo alta per morire”. Dal 2019, inoltre, il governo ha istituito un programma di eutanasia che serve principalmente ad alleggerire il bilancio dello Stato.
Ma non tutti i vecchi si rassegnano a fare l’elemosina o morire di fame. Alcuni di loro si organizzano in una specie di cellula terroristica (denominata Kommando Zornige Alte, “Il commando dei vecchi arrabbiati”), sequestrano amministratori delegati di società di wellness, lanciano granate e rapinano banche. In pratica organizzano la resistenza contro il governo che li vorrebbe rinchiudere negli ospizi di Stato (leggi: lager legalizzati) nei sobborghi di Brandeburgo. Nonostante le buone premesse, il serial poi sprofonda in un mix tra un thriller di serie Z ed una soap opera di Rete 4 da metà mattinata1.
Il soggetto, tuttavia, è meno distopico di quello che potrebbe sembrare. E nemmeno troppo lontano nel tempo. Se davvero si continua così, non è detto che prima o poi un vecchio – dopo l’ennesimo furto di quattro uova andato a male – si immoli in piazza à la Mohamed Bouazizi e dia avvio ad una rivolta senile. In un’Italia profondamente gerontocratica – dove i giovani non sono in grado di organizzarsi in movimenti di protesta decenti, oppure sono degli apatici e rassegnati NEET senza prospettive, o direttamente degli hipster – non sarebbe meraviglioso che il vero disordine sociale arrivasse proprio dai pensionati?
Dopotutto, a 80 anni la miseria è come gli sfinteri: se non puoi più permetterti la dignità, tanto vale perdere il controllo.
- Che solitamente, infatti, è tedesca. [↩]
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Drop the Hate / Commenti (14)
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Stefano
“In un’Italia profondamente gerontocratica – dove i giovani non sono in grado di organizzarsi in movimenti di protesta decenti”…
14 dicembre 2010, 15 ottobre 2011 … quante altre volte Roma deve andare a fuoco per rendersi conto che cmq esistono dei giovani che creano resistenza?
Cmq i vecchi sono i prossimi alleati per la diffusione dell’illegalità di massa.
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McLaud
Amen, Blicero!
Specialmente sugli sfinteri…perché il controllo stanno per espropriarlo per decreto-legge e c’è già la fila di chi vuole approfittare…con equità, ça va sans dire.
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McLaud
@stefano: il fuoco come mezzo di resistenza l’hai tirato fuori tu, quindi potresti anche essere così cortese da volerci spiegare tu com’è la protesta à la page. Senza sostanze infiammabili, per favore.
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Blicero
A proposito di vecchi che si danno alla lotta armata: “Brigate nonni” di Matteo Speroni.
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indignato
@stefano il 14/12 e ottobre di qst anno sono 2 cose decisamente diverse…non è che se in entrambi i casi c’è fuoco deve essere per forza la stessa cosa. cmq il 14 fu un gesto di rabbia ( causato dalle vicende della fiducia) di chi era a manifestare a Roma e l’obiettivo era prendere il parlamento! mentre ad ottobre lo scopo era ben diverso…l’obiettivo era una assemblea pubblica in piazza e gli scontri sono avvenuti a causa di qlcuno che ha voluto distruggere quell’evento… considera che il luogo in cui è avvenuto lo scontro era assai lontano dai palazzi del potere… ( ero in entrambi i casi ero presente)… cmq per chi dice che i giovani non fanno resistenza vorrei rispondere che non è così…. ho 25 anni e lotto ogni giorno contro tutto ciò che ci ha portato a questa situazione…ossia l’ egoismo e la perdita del senso del bene comune… i modi di ribellarsi alla situazione attuale sono vari e certo alcuni del tutto inefficaci o con effetti collaterali gravi ma nessuno ha la sfera magica che ci dice cosa fare…io mi chiedo se i più che si lamentano si alzano dal divano quando ci sono le assemblee pubbliche in cui ci si mette d’accordo sul da farsi e ci si informa sulla vita reale ( considerando che i mezzi d’informazione sono sudditi ), mi chiedo se chi si lamenta poi si comporta come si aspetta dagli altri… dobbiamo smettercela di delegare le responsabilità agli altri e dobbiamo metterci in testa che siamo noi lo stato e che se ci hanno tolto il potere è perchè noi lo abbiamo permesso … e noi tutti ce lo dobbiamo riprendere…cominciando dalle nostre azioni quotidiane torniamo a essere cittadini di questo mondo !!!
#1
prefe
loal