Das Kabinett Des Doktor Heilemanno
In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti.
Ennio Flaiano
L’onda lunga dell’8 settembre ci ha finalmente consegnato un dibbattito sano sul fascismo e sulle sue derivazioni. Dopo anni di insulsa retorica democratica, di massimi sistemi giusfilosofici e di miserabili eulogie sulla giustizia sociale e quant’altro, finalmente siamo giunti ad una sacrosanta Endlösung: il fascismo è stato un fenomeno complesso – quindi positivo; le leggi razziali saranno pur state un male assoluto – ma necessario, quindi un bene moderato per difendere l’arianità della stirpe italica.
Il SSindaco Heilemanno finalmente ha cristallizzato, con le sue illuminate dichiarazioni, quello che quotidianamente si addocchia ictu oculi sulle strade del Belpaese: il Fascistgeist. Non parliamo di totalitarismo, quello lo lasciamo agli stalinisti giacobini nostrani. Parliamo di una forza modernizzatrice, di uno spirito connaturato all’indole peninsulare. Il fascismo non è mai passato di moda, anzi: le bancarelle straripano di oggettistica del Ventennio; le edicole sono gremite di magliette/gagliardetti/pubblicistica inneggianti alla virtù littoria; la forma mentis della camicia nera è l’unica, inderogabile ed imprescindibile realtà.
L’ora della verità è finalmente scoccata sui cieli della nostra patria. La destra italiana si è finalmente riconquistata il diritto alla nostalgia, che va inteso dunque come attualità: sul fascismo, per dirla con il Ciarra, 卐 sta venendo fuori la verità i-ne-lu-tta-bi-le 卐. La riprova? Ascoltate, ad esempio, la radiosa apologia del savio Padre Della Patria La Russa: 卐 Farei un torto alla mia coscienza se non ricordassi che altri militari in divisa, come quelli della Nembo dell’esercito della Rsi, soggettivamente, dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della patria, opponendosi nei mesi successivi allo sbarco degli anglo-americani e meritando quindi il rispetto, pur nella differenza di posizioni, di tutti coloro che guardano con obiettività alla storia d’Italia 卐.
Perchè celebrare solo la resistenza – in realtà mera fazione coinvolta in una guerra civile scatenata dall’atlantismo imperialista angloamericano? NoSSignori: esistono anche i martiri di Salò. Non sporchi collaborazionisti del nazismo, tutt’altro. Valorosi eroi trucidati dalla Storia in difesa dell’Idea Suprema: la Patria (A Noi).
La terza carica dello Stato – questa volta eccezionalmente sulla terra ferma, dopo i valorosi excursus subacquei (pagati con i soldi di tutti gli italiani ) di questa torrida estate – dovrebbe invece vergognarsi delle sue ipocrite & strampalate teorie: “I resistenti stavano dalla parte giusta, i repubblichini dalla parte sbagliata”1. Ma de che parlamo? Chi stabilisce la parte giusta e quella sbagliata? La Storia? Non scherziamo. Ognuno deve costruirsi la sua Storia ad uso e consumo, e la vulgata corrente dice questo: se sei italiano devi essere fascista – e se non lo sei, meglio fascista che frocio.
Uno dei teoremi più perniciosi che sono circolati in questi squallidi sessant’anni di semi-democrazia comunista è quello astutamente esplicato dal kompagno Alberto Asor Rosa:
Dietro il milite delle Brigate Nere più onesto, più in buona fede, più idealista, c’erano i rastrellamenti, le operazioni di sterminio, le camere di tortura, le deportazioni e l’Olocausto; dietro il partigiano più ignaro, più ladro, più spietato, c’era la lotta per una società pacifica e democratica, ragionevolmente giusta, se non proprio giusta in senso assoluto, chè di queste non ce ne sono. Non ce ne importa nulla che i “bravi ragazzi di Salò” non sapessero cosa difendevano, insieme con l’onore della patria. Capita, talvolta, nella storia di trovarsi dalla parte sbagliata.
La parte sbagliata, certo. Oooh, e sarebbe la lotta per la società pacifica e democratica quella giusta? Ma de che parlamo? Sinceramente non vedo alcuna differenza tra un rastrellamento, uno sterminio, un treno piombato e la possibilità di votare per escludere un decerebrato dall’Isola dei Famosi o il dover pagare il canone per farsi infliggere Tremontidalema a Ballarò. Suvvia, la seconda guerra mondiale è finita da un pezzo! A noi.
Diciamolo chiaramente, una volta per tutte: l’Italia non è un paese fatto per la libertà. Dal 1948 fino ad oggi, passando per gli anni di piombo e per la strategia della tensione, la democrazia non è stata altro che un eterno ritorno alla dittatura (anche se il fascismo non era una dittatura, era l’Idea perfetta per la Nazione). E non si poteva fare altro, grazie a Dio. Questo è un paese fatto per i balconi, per le adunate oceaniche al capezzale dell’uomo forte di turno, per le censure indiscriminate, per i pestaggi degli uominisessuali, per le impronte ai rom, per il triangolo nero alle etnie, per la discriminazione razziale, per il manganello redentore di Stato – in attesa della soluzione finale circolare2 che porrà fine ad ogni problema.
Del resto, fortunatamente non siamo in Germania. Lassù, infatti, i teteschi hanno imposto la damnatio memoriae totale al regime nazista, compiendo in tal modo un madornale errore che ha permesso loro di tornare una Nazione ai vertici europei e mondiali. Così facendo non si arriva da nessuna parte: la storia va metabolizzata, analizzata e recuperata in toto (opportunamente depurata dagli aspetti negativi), se necessario. E questo è il nostro caso. 卐 Ripeto, finalmente si sta alzando il sipario sulla verità. Una verità i-ne-lu-tta-bi-le. 卐
Ma de che parlamo?
- In realtà Fini sa perfettamente di avere una base partitica incardinata sulla nostalgia fascista; le dichiarazioni di Heilemanno erano rivolte a lui, non ad altri. Il senso politico di quel messaggio è chiarissimo. Il revisionismo (in realtà è solo continuità con la linea del MSI) si inserisce in un quadro di lotte di potere a bassa intensità che si trascinano dalla svolta di Fiuggi (1995) – un regolamento di conti tra fazioni che variamente si collocano sull’asse del neofascismo. Dalle leggi razziali si fa presto ad arrivare ai dissapori comportati dalla confluenza nel PDL. Giochi di potere e approssimativa conoscenza della storia: questo è quanto. Fine della parentesi seriosa. [↩]
- DVX MEA LUX. [↩]
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Drop the Hate / Commenti (11)
#2
yudhistira
Posso esprimere un commento su quanto scrivi? ci sono delle cose che vorrei chiederti..
#4
#6
AkillerDee
Vorrei sapere quante generazioni dovranno schiattare per non sentire mai più parlare di Mussolini come di un DITTATORE BUONO…(ammesso che ne possano esistere).
Traduco dal tedesco:”Sia lode ad Elemanno”,chiunque esso sia…
Rispondo a La Russa:perchè non ricordare anche le vittime dello Stato della Chiesa?
#7
andrea poulain
siete dei sporchi comunisti!
viva la repubblica di Salò.
firmato
Ignazio il comandante delle forze in campo.
#8
yudhistira
Ti ho risposto a questo post sul mio blog.
Ma attendi altri post, erché non ho finito…
#10
Heilemanno e Romanzo Criminale: Fasciojugend - La Privata Repubblica
[…] Heilemanno: “I coltelli in tasca ai giovani? Colpa di Romanzo criminale. Ai miei tempi almeno c’era il Mein Kampf”. 1Pig 6000000000Masks Nigga S.p.A.Il Fine Giustifica Le UrlaL’Importanza Di Essere MannheimerProvaci Ancora, ‘O Sistema [0 Commenti] Nome […]
#11
Violin
Il fascismo fa sempre il pieno dei contrari che cercano giustizia, che voi chiamate traditori e che invece si chiamano “uomini giusti e
vitali !…”
Il fascismo porta ingiustizie sociali + quella che più preme la maggoranza degli italiani che è l’ingiustizia sulla vita vissuta…
La dignità della persona umana(chiaramente da collegare a “…vita vissuta…”) è come un incudine che da sempre incombe sulla testa dei fascisti, finanche cercando, ahimè…, e sempre trovando l’aiuto straniero…
Dovendo scegliere, preferisco i comunisti.
Meglio Dignità + Toscana ed Emilia romagna comunista…
#1
prefe
fantastico, linko l’articolo se non ti spiace
ciao!