I Am America, And So Can’t You
Che cos’è la satira? Secondo la leggendaria definizione dello studio Previti, la satira è «quella cosa che assolve la funzione di mitizzare e umanizzare i personaggi famosi favorendo la diffusione di un clima di tolleranza che attenuerebbe le tensioni sociali». Uhmm! Già. Sicuramente. Anche negli Stati Uniti, ad esempio, è così. Più o meno, eh.
Un dubbio: che c’entri qualcosa con il fatto che siamo di nuovo sprofondati nella semi libertà per quanto riguarda l’informazione? Naaah. Di seguito la traduzione di un articolo dell’Economist, con un’avvertenza: meno male che il Bagaglino c’è.
Il clown accigliato
Certi autori satirici ridicolizzano i politici. Stephen Colbert li spinge a ridicolizzarsi da soli
“Per un politico, andare in onda su di un notiziario televisivo può essere un’esperienza estenuante, ma almeno le regole del gioco sono equilibrate. L’intervistatore farà domande difficili, ma non completamente ridicole, e le tue risposte saranno trasmesse per intero. Non è così, però, se vai al “The Colbert Report“, programma satirico su Comedy Central (un canale via cavo). Il conduttore, Stephen Colbert, di solito passa due ore a fare domande di questo genere: “Se potessi imbalsamare qualcuno nel Congresso, chi imbalsameresti?” (Questa domanda, in particolare, era rivolta a Phil Hare, un deputato Democratico dall’Illinois che una volta aveva preso in considerazione l’idea di diventare un impresario di pompe funebri.) Colbert poi monta i cinque minuti più esilaranti e li trasmette. Con queste regole, nessun politico, per quanto acuto, può spuntarla.
Ed è per questo che Rahm Emanuel, capogruppo dei Democratici alla Camera, ha recentemente invitato i neo-deputati a stare alla larga dal programma. Colbert ha risposto pacatamente, come al suo solito. “C’è una nuova caccia alle streghe a Washington. Prima si sono scagliati su Scooter Libby. Poi è venuto il turno del Ministro della Giustizia [Attorney General, nda] Alberto Gonzales. E adesso i vertici Democratici hanno scatenato un vile attacco a tutto ciò a cui tiene l’America: io.” Poi ha continuato: “So che cosa stai pensando, nazione. Perchè mai Emanuelle, le cui avventure erotiche hanno insegnato ad un’intera generazione l’evasiva arte dell’amore sensuale, dovrebbe tornare dallo spazio per dire cosa fare ai nuovi deputati?” E così via. Colbert ha finito il pezzo offrendo ad Emanuel un dito medio (perso da questo in un tritacarne, da ragazzo) facendolo uscire alzato da una scatoletta.
“The Colbert Report” è probabilmente il programma satirico più seguito da chi si appassiona di politica. Comici con un’audience più ampia e meno informata, quali Jay Leno, devono fare sketch politici corti e incentrati su difetti che tutti conoscono – come il libertinismo di Bill Clinton e le difficoltà con la grammatica di George Bush. Colbert non ha questo genere di restrizioni. Le sue battute sono dirette a persone che non guarderebbero mai e poi mai i sermoni conservatori di Bill O’Reilly sul notiziario via cavo di Fox, ma che sanno che la fastidiosa presenza televisiva di Colbert è una parodia di O’Reilly perchè hanno letto su O’Reilly dal New Yorker. Il milione e due di spettatori che Colbert riesce a tenere davanti allo schermo può anche essere poco rispetto agli standard del network, ma questo milione è giovane, ha studiato e fa gola ai pubblicitari.
I politici vanno al “The Colbert Report” per la stessa ragione che convince le persone normali ad andare nei reality show: d’accordo, è degradante, ma almeno vai in televisione. Per uno conosciuto come Emanuel, che può farsi puntare addosso una telecamera quando e come vuole, la disonorabilità ovviamente vale molto di più della pubblicità. Ma potrebbe non essere così per i politici di cui nessuno ha sentito parlare. Ci sono 435 deputati nella Camera dei Rappresentanti, e Colbert ha in mente di intervistarli tutti, uno ad uno, per una serie di pezzi chiamata “Better Know A District”.
Qualcuno inevitabilmente finisce per fare la figura dello scemo. Colbert ha asfaltato Lynn Westmoreland, un Repubblicano dalla Georgia cofirmatario di un disegno di legge che proponeva l’affissione dei Dieci Comandamenti al Campidoglio, semplicemente chiedendogli i Dieci Comandamenti. Gli spettatori lo hanno visto nominarne tre. Il portavoce assicura che ne ha elencati in tutto sette.
La maggior parte dei Democratici che finisce al “Colbert Report”, invece, fa la figura del galantuomo. John Yarmuth dal Kentucky ha scherzato sul difendere il lancio del gattino in una macchina taglialegna: “certe volte è l’unica cosa da fare, se non hai una pala”. Robert Wexler dalla Florida ha confessato di apprezzare la cocaina e le prostitute: “E’ una cosa divertente da provare.” Tali spettacoli possono anche far irritare Emanuel, ma gli spettatori sanno che è tutta una burla. Colbert ha fatto “confessare” Wexler facendogli notare che si stava candidando per la rielezione senza concorrenti e sfidandolo a dire qualcosa che invece avrebbe potuto farlo perdere, e quindi gli ha fatto finire la frase “Mi piace la cocaina perchè…”
Il vantaggio Democratico
Colbert non fa sconti a nessuno dei suoi ospiti. Ma siccome ha la pretesa di essere un destrorso sfegatato, le sue domande sulla politica sono più facili da rispondere per un liberal. La settimana scorsa si è intrattenuto con Eleanor Holmes Norton, la deputata Democratica non votante per lo stato di Washington DC, sul concedere o meno ai cittadini del DC lo stesso diritto di voto degli altri americani. Alla Holmes Norton, che è nera, Colbert ha chiesto: “Non abbiamo forse cose più importanti di cui preoccuparsi che dare il diritto di voto a tutti i nostri cittadini?” Di fronte ad un una mossa del genere, la Holmes Norton difficilmente poteva dire qualcosa di sensato.
I Repubblicani, d’altra parte, tendono ad essere piuttosto sorpresi quando Colbert si dice entusiasticamente d’accordo con loro, estremizzando il ragionamento o la questione che questi stavano elaborando. Jack Kingston, un Repubblicano dalla Georgia, ha criticato la proposta dei Democratici di fare lavorare i deputati a Washington cinque giorni a settimana. Questo infatti significherebbe, come ha dichiarato al Washington Post, meno tempo per stare con le proprie famiglie, ma “ai Democratici non importa nulla delle famiglie”. Colbert ha suggerito di inserire la domenica nei cinque giorni, tenendo così i deputati lontani anche dalla chiesa, perchè “i Democratici odiano Dio.” “Non ci avevo pensato,” ha detto Kingston. “Ma questo equivarrebbe a prendere due piccioni con una fava.”
Una cosa strana della satira politica in America è che questa è rivolta quasi tanto ai media quanto ai politici. I titoli dell’Onion, un quotidiano finto (“[Clinton] tasta il dolore della nazione, le tette”), non sarebbero così divertenti se quelli del New York Times non fossero così altisonanti. Il programma di Colbert non avrebbe ragione di esistere se non ci fossero gli spacconi dei notiziari via cavo alla O’Reilly. La post-modernità dell’intera situazione si è potuta vedere quando O’Reilly alla fin fine è andato al “The Colbert Report” e, scherzando, ha ammesso che la sua aggressività televisiva è “tutta una recita”. Colbert ha risposto: “Se tu reciti, allora io cosa faccio?”
(The Economist, “The frowning clown”, 29 marzo 2007)
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Drop the Hate / Commenti (5)
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McCain vs. Madonna, Gray Ambition - La Privata Repubblica
[…] dei migliori video del “John McCain’s Green Screen Challenge” lanciato da Stephen Colbert lo scorso giugno. Sono Gli Altri Che Sono Negri 0 NEIN! Nessun commento, per ora, ma si […]
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The Jumper
Fantastico articolo!
Da poco ho scoperto la grande accoppiata ‘Stewart/Colbert’ e devo dire che un po’ sono gelosa. Se in Italia qualcuno tentasse di fare programmi di satira simili al “The Daily Show” e al “The Colbert Report” gli taglierebbero subito le gambe… specialmente se tirano in ballo lo Psiconano :( (eehh sapete di chi e cosa parlo :P) sinceramente non so nemmeno se attirerebbero pubblico qua, incrocio le dita sui giovani universitari come me! :D
Ma guarda te se mi devo buttare sulla politica americana perchè quella italiana mi deprime. Ormai è un bel po’ che mi vergogno di essere italiana da quel punto di vista :( Abbiamo un governo scandaloso! Per favore italiani mettete un po’ di giudizio, informatevi, pensate con la vostra testa!
Per la cronaca: sono capitata qui perchè, curiosa di vedere quanto Colbert sia famoso in Italia, ho cercato via Google appunto nelle pagine solo in italiano. Purtroppo il risultato non è stato molto soddisfacente :( peccato non lo trasmettano in Italia su Comedy Central (SKY) con i sottotitoli (non doppiato per carità! Perderebbero un sacco le sfuriate Colbertesche! MANILOOOOWWW! BENNEEEEETT! RIIIICKLEEEES! haha)… al posto diiii non so per esempio uno dei mille programmi replica, tipo Sex & the City di cui potremmo fare benissimo a meno.
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Bastian Cuntrari
Bellissima ed intelligentissima “ripresa”!
Se non avessi postato oggi, avrei semplicemente linkato qui.
Ma è in memoria…